Tribunale di ROMA condizioni igienico sanitarie da terzo mondo.

In allegato la lettera che la USB PI Giustizia ha inviato al Ministro e a tutti gli altri vertici ministeriali, nonchè alla dirigenza del tribunale di Roma, sulla catastrofica situazione degli uffici romani.

Roma -

La USB P.I. – Giustizia è costretta a segnalare la grave situazione in cui sono costretti ad operare i lavoratori del Tribunale di Roma.

E’ noto a tutti che gli ambienti di lavoro nel più grande Tribunale d’Italia non sono dei migliori ma in alcune palazzine (come la palazzina B) la situazione è disastrosa sia dal punto di vista degli spazi in cui sono costretti a muoversi i lavoratori ed il pubblico, sia dal punto di vista igienico sanitario, il tutto mette a repentaglio la salute e la sicurezza dei dipendenti e di coloro che frequentano detti ambienti.

Anche quest’anno siamo alle solite: i condizionatori sono inadeguati a garantire condizioni climatiche accettabili e sopportabili in molti locali del tribunale penale comprese le aule di udienza e al civile in particolare la sezione lavoro.

Tra l’altro questa O.S. ha saputo che per il Tribunale di Roma sono stati comprati due potenti motori per l’aria condizionata ma, l’infrastruttura esistente non è idonea a supportarli. Come dire si lancia una Ferrari su una strada di montagna.

La scrivente O.S., sollecitata da alcuni lavoratori, in data 01 luglio 2019 a seguito di un sopralluogo, ha potuto verificare il disastro dei luoghi in cui sono costretti ad operare, loro malgrado.

Ma nonostante ciò, grazie allo spirito di sacrificio e di abnegazione consapevoli di erogare un servizio pubblico, i lavoratori insistono e non demordono. Purtroppo però si verificano episodi di malore sempre più frequenti.

Quello che è grave oltre alle condizioni climatiche inaccettabili, la USB ha potuto constare la presenza di blatte, di zecche, di completa assenza di pulizia sia all’interno degli uffici e dei corridoi, che nelle aule di udienza e negli spazi antistanti alle stesse dove stazionano abitualmente testimoni, avvocati, pubblico e altri.

A quanto già descritto va aggiunto la situazione degli uffici dove i lavoratori sono allocati in spazi angusti, sommersi da carte e fascicoli sparsi sulle scrivanie, sulle sedie, sotto le finestre e negli scaffali.

Senza contare i fili sparsi sui pavimenti tenuti con lo scotch, penzoloni dalle scrivanie, aeratori pieni di fuliggine, polvere sulle scrivanie, sui PC, sulle tastiere e sulle poltrone.

Questa situazione oltre a limitare gli spazi di movimento, a mettere in pericolo le persone sia in caso di incendio che di inciampo, rende l’aria, già di per sé irrespirabile per il caldo, malsana per le polveri e gli acari.

Un vero e proprio degrado sicuramente non degno di un paese civile e di un luogo dove viene amministrata la giustizia.

Quanto rappresentato fin qui non è un episodio sporadico, anzi è comune a molti uffici giudiziari, di cui Roma rappresenta la punta dell’iceberg proprio perché è il più grande tribunale d’Italia nonché d’Europa.

La USB P.I. – Giustizia è intervenuta più volte sulla necessità di risolvere i gravi problemi logistici e ambientali che affliggono i lavoratori del Tribunale di Roma: in questa situazione incresciosa è impensabile che nessuno metta in atto misure idonee a tutela del personale.

Se a tutto ciò aggiungiamo le risposte ricevute informalmente da chi ha la responsabilità dei lavoratori abbiamo un quadro completo del perché puntualmente, ogni anno, ci ritroviamo nelle stesse situazioni senza che nessuno intervenga in maniera definitiva.

In sostanza la USB, quando ha lamentato le condizioni di lavoro con la dirigenza, si è sentita rispondere, che la soluzione dei problemi deve pervenire dal Procuratore di Roma in quanto il personale del Tribunale della palazzina B è ospite della locale procura, sulla quale loro non hanno giurisdizione. Che in ogni caso avevano provveduto a segnalare il tutto a chi di competenza e che l’unica vera azione messa in atto è stata la riduzione di un’ora per l’accesso del pubblico.La storia si ripete: “fatte le segnalazioni ognuno si sente a posto con la nostra coscienza”. Intanto il personale rimane in balia delle onde e senza tutele.

Questo fa il paio con quanto da tempo la USB denuncia circa l’amministrazione della giustizia: si interviene sulle emergenze e mai su progetti a lungo respiro capaci di proiettarsi nel futuro.Mentre scriviamo riceviamo segnalazioni, di aria irrespirabile a seguito di mancato o parziale funzionamento dei condizionatori, da parte di numerosi uffici quali, Tempio Pausania, Taranto, Oristano, Bari, Novara, molti ambienti della Procura di Roma e ci fermiamo qua. La USB, in occasione dell’incontro avuto con lei in data 20 giugno 2019, ebbe a sottolineare che il mondo idilliaco della giustizia descritto attraverso i media cozzava con la realtà in cui versavano gli uffici giudiziari e con le condizioni disastrose in cui i lavoratori erano costretti ad operare.

Ora mentre la solfa per la riqualificazione: “occorre avere pazienza in attesa di trovare soluzioni giuridiche” è plausibile, anche se non condivisibile, per quanto attiene le problematiche su igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro non c’è scusa che tenga: basta avere la volontà di risolvere il problema.Chiaramente è necessario che la dirigenza si assuma le proprie responsabilità adottando, se del caso, misure estreme e impopolari, quali chiudere gli uffici in situazioni che mettono a repentaglio la salute ed il benessere dei lavoratori e dei cittadini. Tra l’altro il testo unico della sicurezza sul lavoro lo permette: citiamo testualmente “il datore di lavoro può disporre l’allontanamento del lavoratore dall’esposizione al rischio per motivi sanitari inerenti la sua persona……”.

E’ inaccettabile che i Capi degli Uffici e i Dirigenti Amministrativi i quali, guarda caso, hanno stanze dotate di tutti gli agi ed i comfort non siano in grado di dare risposte adeguate alle situazioni di emergenza. Senza contare che l’integrità fisica dei dipendenti oltre ad essere un diritto costituzionalmente garantito, è un obbligo del datore di lavoro, che guarda caso è il capo dell’ufficio.

La USB da quanto descritto e verificato sul campo sottolinea che non è più possibile erogare il servizio in questa ala del Tribunale, pertanto chiede un controllo immediato e generale dell’intera ala dell’edificio con conseguente disinfestazione e pulizia straordinaria.

Inoltre chiede l’immediato intervento affinché il problema dell’aria condizionata venga risolto in tutti i locali del Tribunale civile e penale, nonché della Procura di Roma e di tutti gli altri uffici giudiziari in cui esiste il problema.

La USB P.I. - Giustizia chiede a lei Ministro, consapevole della sua sensibilità su queste tematiche, di intervenire sugli uffici competenti per una rapida risoluzione dei problemi esposta sia per quanto attiene la salubrità che il micro clima degli ambienti.