Chi ha paura del REFERENDUM? @usbgiustizia @usbsindacato #riqualificazione

La USB P.I., nella riunione dello scorso 26 aprile sulla modifica dei profili professionali, ha chiesto ufficialmente all’amministrazione di far svolgere un referendum tra i lavoratori affinché fosse direttamente questa moltitudine di invisibili a esprimersi su un accordo destinato a sconvolgerne la vita lavorativa. A tale richiesta, avanzata in sede di contrattazione, ne è seguita un’altra formale il successivo 2 maggio con cui si è sollecitata l’amministrazione a emanare apposita circolare ai capi degli uffici per permettere lo svolgimento del referendum stesso. A tutt’oggi, tuttavia, nessuna risposta è stata data!

Per l’amministrazione, così come per certi sindacati, la democrazia è evidentemente un optional da esercitare solo quando conviene.

Vale la pena rammentare che la modifica dei profili professionali decisa con lo sciagurato accordo del 26 aprile garantisce solo gli interessi dell’amministrazione, imponendo la flessibilità selvaggia ai lavoratori in cambio di tante vane promesse, tra l’altro non corroborate da nessuna cifra reale. Circostanza che i sindacati firmatari, come al solito, fanno finta di non capire spacciando l’accordo in questione come un avanzamento senza precedenti della condizione dei lavoratori.

Dopo vent’anni di attese, zeppe di illusioni e disillusioni, noi riteniamo giusto e sacrosanto che debba spettare ai lavoratori il diritto di pronunciarsi, di dire l’ultima parola.

I lavoratori dell’Alitalia hanno di recente a gran voce rispedito al mittente, sindacati confederali inclusi che per anni avevano fatto il bello e il cattivo tempo, l’accordo del 14 aprile 2017 che prevedeva tagli ai loro stipendi anche del 9% a fronte di buonuscite milionarie riconosciute agli amministratori delegati dell’azienda. Non possono essere i lavoratori a pagare, ecco perché il NO ha stravinto.

Perché i lavoratori della giustizia non possono esprimere anch’essi la loro opinione su un percorso che li riguarda da vicino?

Non possiamo permettere che l’art 21 dello Statuto dei lavoratori, figlio delle lotte operaie degli anni sessanta, venga disatteso e con esso tutto ciò che ha rappresentato e rappresenta in termini di riconoscimento e di miglioramento delle condizioni di lavoro.

In tante assemblee indette dall’USB i lavoratori della giustizia ci hanno chiesto di procedere, con o senza il supporto dell’amministrazione, con o senza la condivisione degli altri sindacati, alla consultazione sull’accordo del 26 aprile. Per questa ragione, mantenendo la parola data, abbiamo deciso di svolgere autonomamente la consultazione e per questo ci appelliamo alla massima partecipazione dei lavoratori.

Il referendum si svolgerà dal 26 giugno al 14 luglio in tutti gli uffici dove la USB è presente, con il massimo della trasparenza.

I lavoratori prima di tutto!