LA USB INCONTRA IL MINISTRO BONAFEDE

Roma -

In data 20.6.2019 una delegazione di USB P.I. – Giustizia ha incontrato il Ministro Bonafede e il Vice capo di Gabinetto dott. Pucci.

Durante il colloquio la USB ha rappresentato al Ministro le principali e annose problematiche sostenendo che:

La realtà degli uffici giudiziari è molto diversa dal mondo idilliaco rappresentata dall’amministrazione.

I lavoratori della giustizia sono in grossa sofferenza per le difficoltà organizzative, per la grave mancanza di personale e per una dirigenza che, incurante del fatto che si sia superato ogni limite, continua a spalmare i servizi sui pochi sopravvissuti non preoccupandosi dei carichi di lavoro divenuti ormai insostenibili.

I palazzi di giustizia sono sempre meno sicuri e in un continuo stato di emergenza.

Ogni anno si ripresentano puntualmente gli stessi problemi: condizionatori che non funzionano, ascensori che crollano, epidemie di legionella, soffitti che crollano e amianto negli uffici. E’ arrivato il momento di proiettarsi nel futuro e fare un progetto a breve, medio e lungo termine.

Nel piano dei fabbisogni appena presentato si parla poco o niente del personale in servizio e delle legittime aspettative di carriera.

Anni di immobilismo hanno portato alla situazione attuale di scontentezza e demotivazione da parte dei lavoratori che si meritavano ben altre attenzioni. Occorre un piano straordinario capace di fotografare l’esistente e pianificare interventi capaci di sanare le ingiustizie subite rispetto ai dipendenti pubblici di altri enti. Si potrebbero reperire ulteriori fondi internalizzando i servizi di Equitalia Giustizia, anche sulla base della relazione della Corte di Conti.

La legge di bilancio del 2018 ha esteso il 21/quater anche agli assistenti informatici, linguistici e ai contabili

A tutt’oggi non solo non se ne parla, ma quel che è peggio non è stato neanche menzionato nel piano dei fabbisogni. Eppure anche queste erano figure apicali esattamente come i Cancellieri.

Per gli ausiliari si parla ancora di 300 miseri passaggi, una beffa.

Dopo 10 anni dall’accordo e più di 30 anni di servizi sono ancora ingabbiati nella prima area, sfruttati in mansioni superiori e dimenticati. L’amministrazione, per far fronte alle scoperture nella qualifica di operatore giudiziario, dovrebbe immediatamente procedere con la ricollocazione di questo personale nel profilo superiore.

E’ necessario sbloccare la questione dei cancellieri esperti idonei.

Questo permetterebbe all’amministrazione, da un lato avere fin da subito funzionari operativi e professionalmente preparati, visto che di fatto già svolgono le mansioni, dall’altro darebbe la possibilità di liberare posti nella seconda area per permettere la progressione di tutte le altre figure professionali.

I passaggi da un’area all’altra possono avvenire con le stesse modalità messe in atto a suo tempo dalle Agenzie Fiscali.

Il ministro deve interessare i suoi uffici affinché verifichino presso le agenzie fiscali le misure adottate qualche anno fa per superare gli ostacoli normativi e permettere al personale interno il passaggio di area prima dell’espletamento del concorso a bando pubblicato.

I lavoratori della giustizia devono essere esentati dal piano della performance.

Stando a quanto dichiarato dal direttore generale del personale nel piano dei fabbisogni, allo stato attuale non è possibile garantire neanche l’espletamento dei servizi istituzionali, pertanto ci chiediamo come sia possibile pretendere dai lavoratori la performance, visto che non si riesce a stare dietro neanche all’ordinario. Alla luce di quanto sopra è stato chiesto al ministro di intervenire presso gli organi competenti per chiedere una deroga per il personale giudiziario, così come fatto per altri temi ad esempio la mobilità che ci impedisce di lasciare questa amministrazione ancora per tutto il 2019, in quanto risulta evidente l’impossibilità di applicare le norme sulla valutazione della performance in queste condizioni di gravissima carenza di organico.

Il Ministero deve essere liberato dai magistrati

Quasi tutti i ruoli apicali nella sede di via Arenula sono appannaggio di magistrati. Fino a quando il personale amministrativo sarà ostaggio degli stessi, i contratti e il modus operandi saranno sempre tarati sulle esclusive esigenze della magistratura e non sulle reali esigenze del servizio da erogare.

Il ministro dopo aver attentamente ascoltato tutte le richieste della USB ha precisato che l’attenzione sul personale è massima. Al suo insediamento ha trovato “una situazione disastrosa”, sia sul piano dell’edilizia giudiziaria, a partire dagli uffici giudiziari di Bari, sia sul piano del personale e che, per fare fronte alla grave carenza di organico si è trovato costretto a operare una scelta e avviare in un piano assunzionale eccezionale, di circa 8000 unità, per permettere al servizio giustizia di non collassare.

Si è impegnato rispetto alle proposte della usb di attenzionare gli uffici competenti del suo ministero per trovare soluzioni anche per il personale interno.

La USB ha chiesto più concretezza al Ministro, rappresentando che la sopportazione dei lavoratori della giustizia è arrivata al limite.

Benessere dei lavoratori, riqualificazione giuridica ed economica di tutto il personale, condizioni di lavoro umane, organizzazione degli uffici condivisa, stipendi adeguati: questi sono i temi su cui USB si batte da sempre e per i quali continuerà a combattere, a prescindere dai governi che si succedono o si sono succeduti nel tempo, visto che l’interesse primario è la difesa dei diritti dei lavoratori senza se e senza ma.