ANCORA UN DISASTRO ALLA GIUSTIZIA: CHIUSO IL MINISTERO PER UN INCENDIO

 

Roma -

Porte sbarrate stamattina al Ministero della Giustizia per i lavoratori della sede centrale.

Nella notte è scoppiato un incendio partito molto probabilmente dalla centrale elettrica del palazzo raffreddata, da circa due mesi, con un condizionatore portatile tipo “pinguino”. Assurdo, ma vero.

Comunque indipendentemente dalla causa in corso di accertamento è intollerabile che in un luogo frequentato da migliaia di persone, tra lavoratori amministrativi, magistrati e pubblico, avvenga un incendio talmente devastante da imporre l’interruzione di quasi tutte le attività.

La USB PI - Giustizia sono anni che denuncia, ai vertici ministeriali, l’inadeguatezza, precarietà e pericolosità dei palazzi di giustizia compresa la sede centrale di via Arenula che mettono a repentaglio la salute e la sicurezza dei lavoratori e di chi abitualmente frequenta questi luoghi.

L’incidente non può essere derubricato come fatto casuale o accidentale ma addebitato all’incuria e alle carenze, frutto delle politiche di austerity e di mancanza di un piano complessivo d’intervento sia di manutenzione ordinaria che straordinaria.

Troppi ormai i disastri, gli incidenti, i guasti agli impianti, la presenza di legionella e/o sostanze dannose e di ospiti indesiderati quali topi, scarafaggi, pulci e chi più ne ha più ne metta. Occorre quindi correre immediatamente ai ripari.

La USB P.I. – Giustizia insiste, ancora una volta, affinché si predisponga e si attui un piano di ristrutturazione ed ammodernamento di tutti gli edifici giudiziari compresa la sede ministeriale a tutela e salvaguardia della sicurezza e salubrità dei lavoratori.

Per attuare ciò l’obiettivo primario della nuova compagine governativa dovrà essere il potenziamento della Direzione Generale Risorse e Tecnologie, ponendo a capo della stessa persona di comprovata competenza e capacità, anche organizzative.

Lasciare che alcuni settori tecnici, quali beni e servizi e informatica vengano gestiti da personale di magistratura, significa una chiara volontà.

La USB continuerà la sua battaglia affinché i magistrati vengano restituiti ai ruoli di appartenenza e che la gestione delle varie direzioni sia affidata al personale amministrativo e tecnico con competenze specifiche.