Ancora stop alla mobilità, ancora "carcere ostativo" per i dipendenti della Giustizia
ANCORA STOP DELLA MOBILITA’
ANCORA CARCERE OSTATIVO PER I DIPENDENTI DELLA GIUSTIZIA
Giunge al settimo anno la condizione di ostaggi, o meglio di condannati al 41 bis, dei lavoratori della giustizia, che continua a precludere loro ogni strada per uscire dal cul de sac in cui sono stati confinati.
Con l’ennesima proroga del blocco della mobilità fino al 31.12.23 nessun lavoratore potrà transitare nei ruoli di altra amministrazione, se non con il nulla osta della propria, che è lecito supporre non sarà concesso vista la motivazione a questa stretta addotta nel decreto milleproroghe, ossia «l’esigenza di non sottrarre risorse ad un settore già esposto ad una grave carenza negli organici e con una complessiva situazione di disagio nell’organizzazione del servizio».
Ridicola scusa che nasconde tutta l’incapacità di una amministrazione nella gestione del suo personale e che al suo personale fa pagare il prezzo delle proprie inefficienze.
E’ paradossale infatti dichiarare di non poter fare a meno dei propri dipendenti, obbligandoli ad aspettare che i nuovi assunti si “facciano le ossa”, ma rimanere l’unica amministrazione a non averli valorizzati in alcun modo per le grandi competenze dimostrate e per gli sforzi fatti negli anni.
Questa gestione del personale, spregiudicata e piratesca, a convenienza dell’amministrazione di turno, ha prodotto un danno, non solo ai lavoratori di vecchia data, privandoli di un sacrosanto diritto e alle nuove risorse, che giungono troppo tardi per raccogliere il testimone, ma alla stessa funzione di amministrare la giustizia!
USB ha sempre denunciato le storture dovute all’improvvida gestione del personale e dice BASTA!
NON SIAMO MAFIOSI, NON SIAMO TERRORISTI, NON SIAMO CRIMINALI
LASCIATECI ANDARE VIA! LA PENA L’ABBIAMO GIA’ SCONTATA.
LASCIATECI LIBERI DI CERCARE CHI CI APPREZZA.
USB Pubblico Impiego - Giustizia