Caso Sinatra, altro che parità di genere: alla Giustizia albergano maschilismo e patriarcato
USB Pubblico Impiego – Giustizia, non può passare sotto silenzio il fatto che il CSM censura la pm Alessia Sinatra che accusò il collega Giuseppe Creazzo di molestie sessuali, peraltro definite ed accertate, che hanno comportato al reo la decurtazione di due mesi di anzianità (!) da parte del precedente CSM (il codice penale, per un comune mortale, prevede l’arresto fino a sei mesi o l’ammenda fino a 2500 euro – comunque ridicolo). Non è solo la difesa della magistrata ad essere allarmata; anche USB rileva che, nonostante il Codice Rosso, la strada per la parità di genere è ancora tutta in salita.
Certo Alessia Sinatra, visto il ruolo, avrebbe potuto evitare di farsi giustamente salire il sangue alla testa al solo pensiero che un uomo delle caverne potesse ricoprire il posto di procuratore a Roma. Ogni donna sa cosa sia ribollito nella sua mente, ma se la chat con l’amico Palamara sia stata solo lo sfogo, la genuina indignazione, per la sola possibilità di veder ricoprire un posto di tale rilievo da un uomo così indegno o la volontà vendicativa di usare le sue entrature per segargli le gambe, non spetta noi dirlo.
Il punto resta che si è censurata una donna che ha subito molestie sul luogo di lavoro da un collega sanzionato con appena due mesi di decurtazione di anzianità, con il possibile premio di accomodarsi su una delle poltrone più ambite dai magistrati.
Finché certi comportamenti, espressione di una cultura maschilista e patriarcale non saranno ritenuti incompatibili con ruoli istituzionali di così alto rilievo, sentiremo ancora parlare, anche, di magistrati che molestano sessualmente colleghe e personale giudiziario.
Un’onta che non dovrebbe ricoprire coloro che amministrano la Giustizia in nostro nome. Sappiamo che tra i magistrati ci sono uomini, ma è difficile accettare che tra di loro non vi siano persone integerrime, prive dell’etica della Giustizia che amministrano.
Tra i tanti disastri che l’amministrazione della Giustizia ci prospetta il decadimento morale è inaccettabile.
USB PI Giustizia
Roma, 23 febbraio 2023