Covid19 - Sicurezza prima di tutto. Lettera al Ministro per avvio fase 2

Caro Ministro Bonafede,

le scriviamo per dirle che se le condizioni di sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori della Giustizia saranno quelle che si prospettano dopo l'incontro con il Capo Dipartimento O.G., per quando ci riguarda non potrà essere nessuna fase 2!

Roma -

Al Ministro della Giustizia

Avv. Alfonso Bonafede

 

Oggetto: COVID-19 – Garanzia di salute e sicurezza per avvio Fase 2.

Caro Ministro,

lo scorso venerdì si è svolta una call conference tra l’Amministrazione e le Organizzazioni Sindacali per fare il punto della situazione sulla probabile riapertura degli uffici giudiziari a partire dal 12 maggio 2020 ed il via della c.d. fase 2.

Forse sarebbe stato meglio prima discutere della gestione della fase 1, dato che ancora troppi uffici non hanno interpretato bene lo spirito dei provvedimenti emessi dal Governo, lasciando quasi allo sbando lavoratrici e lavoratori. E’ tipica del Paese, e di questa Amministrazione in particolare, l’arte dello scarica barile, dove chi dovrebbe farsi carico delle responsabilità e del potere decisionale demanda ad altri le scelte e le conseguenti azioni, sino ad arrivare all’ultima ruota del carro che tutto deve e nulla può.

Noi ora però vogliamo parlare di salute e sicurezza delle migliaia di lavoratrici e lavoratori degli uffici giudiziari, dei propri cari e dei cittadini che ruotano intorno a queste persone.

Stiamo parlando di donne e uomini che nonostante tutto hanno continuato in silenzio a dare il loro contributo alla causa tra mille difficoltà, diffidenze, ostracismo e incapacità di chi è preposto a fare funzionare la Giustizia in questo Paese.

Ancora una volta, è emerso in maniera drammatica quanto da tempo questa Organizzazione Sindacale va denunciando, la deleteria gestione della doppia dirigenza negli uffici giudiziari anche livello centrale. Benché l’attività del personale giudiziario sia autonoma anche se parallela alla giurisdizione, troppo spesso viene sacrificata e subordinata agli interessi della magistratura, a danno molte volte di quella cittadinanza cui è rivolto il servizio giustizia.

La soluzione di tale problema non è più procrastinabile.

In questa drammatica situazione in cui si è venuto a trovare il paese, o meglio il mondo, una cosa è emersa in maniera lapalissiana: c’è bisogno di competenza e professionalità.

Purtroppo le politiche degli ultimi anni, potremmo dire degli ultimi decenni hanno quasi azzerato il valore della competenza costruendo un mondo di “yes man” utili sicuramente al potere ma dannosi per la collettività.

Il paese non ha bisogno di martiri/eroi, ieri additati dall’opinione pubblica quali fannulloni e oggi osannati.  Il paese ha bisogno di persone competenti, preparate e che si investa sul pubblico impiego per ridare valore e dignità al lavoro.

Signor Ministro, gli Eroi sono tutti coloro che in tutti questi anni hanno continuato, in prima linea o nelle retrovie, a svolgere il proprio lavoro tra mille difficoltà per permettere al paese di andare avanti, in un periodo in cui l’insulto nei confronti degli operatori pubblici era la normalità.

Tali difficoltà non termineranno con la sconfitta della pandemia, ma si acutizzeranno se la classe politica non sarà all’altezza della situazione.

Ora Ministro tornando al discorso della salute e sicurezza dei lavoratori e dei cittadini e a quanto emerso dalla riunione di cui in premessa, la USB P.I. - Giustizia  ribadisce con forza e determinazione che non potrà iniziare nessuna fase 2 se non avrà la certezza matematica che l’amministrazione metterà in campo tutte le azioni necessarie ad assicurare che gli uffici giudiziari, nessuno escluso, siano stati adeguati agli standard necessari a garantire sicurezza e salubrità.

Non vogliamo essere contattati da colleghi lasciati in balia di se stessi, vessati con richieste inappropriate e contrarie alle linee guida e alla normativa emanata dal governo.

Meno che mai riteniamo accettabile che i lavoratori siano costretti a turnare o ad utilizzare l’orario multiperiodale per poi recuperare in futuro. Anche perché il futuro per i lavoratori della giustizia non sarà per niente roseo, visto che i pensionamenti non si sono fermati mentre le assunzioni si.

I pochi rimasti dovranno fare fronte all’ordinario e all’arretrato che inevitabilmente si è formato.

Senza le necessarie dotazioni e precauzioni non ci sarà nessuna fase 2 a meno che codesta amministrazione non voglia rispondere delle proprie eventuali responsabilità agli organi di stampa e alla magistratura, perché questa O.S. utilizzerà tutti i mezzi a disposizione per tutelare e salvaguardare i diritti e la salute dei lavoratori.

La USB P.I. - Giustizia chiede all’amministrazione, da qui all’11 maggio 2020, di verificare che in tutti gli uffici:

  • ci siano negli spazi di accesso, dispensatori e disinfettanti per le mani;
  • i colleghi siano dotati di mascherine e guanti sufficienti allo svolgimento delle loro attività;
  • le postazioni di front office abbiano le protezioni in plexiglass;
  • le udienze siano svolte ad orari prestabiliti per evitare assembramenti;
  • chi accede agli uffici sia munito ed utilizzi guanti e mascherine;
  • l’accesso venga garantito su appuntamento;
  • tutte le pratiche civili vengano svolte da remoto;
  • i magistrati non richiedano le copie cortesie in cartaceo alle cancellerie;
  • fino al cessato allarme i lavoratori possano accedere al lavoro agile, senza se e senza ma, in maniera massiccia, rimuovendo tutti gli ostacoli, veri o presunti, frapposti in tanti luoghi di lavoro;
  • ci sia personale idoneo e sufficiente a regolare l’afflusso del pubblico, qualificato e non, nelle cancellerie;
  • le udienze si svolgano con presenze ridotte al minimo indispensabile nel rispetto delle distanze necessarie.

Non possono venire meno le cautele e le misure necessarie a contrastare il contagio e garantire chi è al servizio del paese, soprattutto in una fase-2 dove l’emergenza epidemiologica è ancora in atto.

A questo proposito è indispensabile che l’amministrazione si faccia carico di dare indicazioni chiare e precise sui comportamenti da tenere dai capi degli uffici per garantire quanto sopra.

E’ inaccettabile, viste le numerose difficoltà incontrate nella fase 1 e che ancora persistono, che le misure di sicurezza siano gestite a livello locale, visto che poi le conseguenze delle disparità di provvedimenti adottati ricadono sull’anello più debole della catena: cioè i lavoratori.

Altrettanto inqualificabile è leggere quotidianamente di protocolli sottoscritti a livello locale da alcuni capi degli uffici con gli ordini professionali, senza che ci sia stata interlocuzione alcuna con i rappresentanti dei lavoratori, soprattutto alla luce del fatto che le dirette conseguenze ricadranno immancabilmente sugli stessi.

La USB P.I. - Giustizia, a tal proposito, sottolinea che da quando è scoppiata la pandemia si sono interrotte in quasi tutti gli uffici giudiziari le relazioni sindacali e che le misure adottate sono frutto di scelte unilaterali.

Questa Organizzazione sindacale, pur non essendo firmataria di CCNL 2016-2018, stante l’evento eccezionale che ha travolto l’intero mondo che non può essere normata da alcun contratto, ha tutti i diritti di partecipare.

L’emergenza del momento richiede unità di intenti, mettendo da parte le divergenze, all’unico scopo di salvaguardare la salute ed il benessere dei lavoratori e del paese.

Soprattutto serve a tutelare e garantire la democrazia nel paese.

Purtroppo la giustizia ha pagato un triste e pesante tributo al CoVid 19, in termini di perdite umane e di contagi e questa O.S. vorrebbe che tutto ciò non accadesse più, quantomeno non per responsabilità dell’Amministrazione.

Ai colleghi che non ci sono più a coloro che hanno vissuto questa triste e pesante esperienza ma che ne sono venuti fuori o presto ne verranno fuori, alle loro famiglie va il nostro più caloroso abbraccio,

A questo proposito, confidando nella sua sensibilità, vorremmo sollecitare lei Ministro ad adoperarsi, così come già avvenuto negli altri dipartimenti, affinché a alle persone contagiate o ai loro familiari dei deceduti venga erogato un sussidio nelle percentuali che si riterranno congrue ed opportune ben sapendo che la sofferenza per i contagiati e il dolore per la perdita della vita umana, nelle condizioni date senza poter stringere la mano e dare conforto alla persona amata, difficilmente potrà essere colmata.

Confidiamo infine, che Lei intervenga affinché le linee guida per la ripresa siano emanate direttamente dall’amministrazione centrale e non lasciate ai singoli uffici onde evitare disparità di comportamento che potrebbero mettere a rischio i lavoratori e l’utenza.

 

In allegato la nota inviata