ELEZIONI RSU: NON ABBOCCARE, LEGGI il PROGRAMMA DI USB e VOTA CONSAPEVOLE

In allegato il programma della USB P.I. Giustizia per le elezioni RSU. L'aspetto punitivo del CCNL del 2018 e il fallimento dell'accordo del 26 aprile del 2017 dovrebbero far riflettere tutti i lavoratori: il prossimo rinnovo delle RSU sarà l’occasione buona per esprimere la voglia di cambiamento, così come avvenuto alle recenti elezioni politiche. Il 17-18 e 19 aprile "digli di smettere". Stai dalla tua parte, non abboccare più all’amo. VOTA USB P.I.

IL SINDACATO CHI?

Nel corso degli anni stiamo assistendo ad una vera e propria mutazione genetica del sindacato storico. Dalla difesa dei diritti dei lavoratori si è passati al consociativismo o collaborazionismo. In sostanza il sindacato è diventato sistema nel sistema.

Quindi oggi non è raro vedere sindacalisti, o pseudo tali, che indossano la giacchetta di piazzisti e ti offrono assicurazioni contro i rischi professionali, crediti universitari, pensioni integrative i cui fondi sono gestiti da banche e assicurazioni a loro legate, oppure colmo dei colmi, improbabili ricorsi avverso contratti da loro stessi firmati.

Il tutto in cambio dell'iscrizione o del voto al loro sindacato. Insomma un vero e proprio mercimonio cui tanti abboccano senza sapere che in quel modo legittimano questi signori a sedere al tavolo delle trattative per decidere il futuro di tutti i lavoratori ed i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Insomma fanno tutto tranne quello che dovrebbe essere il loro nobile mestiere, difesa dei diritti, il diritto al lavoro, alla dignità, al salario, alle pensioni pubbliche, ad una vita dignitosa.

Il lavoratore in questo contesto è sempre più disorientato e propenso ad abboccare all’amo dell’individualismo, perdendo di vista il fatto che per conseguire un beneficio immediato ed individuale contribuisce ad affossare la conquista dei diritti di tutti.

USB SINDACATO CONFLITTUALE

E’ in questo contesto che nasce la USB stanca dei soprusi e delle sopraffazioni che in questi anni la parte datoriale, con l’avallo dei sindacati complici, infligge ai lavoratori inconsapevoli.

La USB agisce il conflitto sui posti di lavoro e con un’informazione costante stimola le coscienze dei lavoratori da troppo tempo, artatamente, addormentate da coloro che volevano agire indisturbati nel mondo del lavoro.

I contratti a perdere firmati negli anni ne sono la riprova. Quel che è peggio sentire da chi si spaccia paladino dei lavoratori: ci dobbiamo accontentare, di più non si poteva avere.

Peccato che mentre i lavoratori negli anni stringono la cinghia, le banche e le imprese fanno man bassa di denaro pubblico.

Comincia così una vera e propria lotta di classe al contrario: si toglie ai poveri per dare ai ricchi, avere consapevolezza di ciò significa invertire la rotta e con USB è possibile.

ASPETTO PUNITIVO DEL CCNL 2016-2018

La campagna d’odio avviata negli anni, in maniera trasversale, dai vari governi succedutisi nel tempo, si è concretizzata con la sottoscrizione del CCNL delle funzioni centrali il quale sancisce, l’aspetto punitivo nei confronti dei pubblici dipendenti: penalizzando la 104, restringendo il diritto alle cure mediche, inasprendo le sanzioni disciplinari.

ELEMOSINA O MARCHETTA?

L'elemosina percepita come arretrati dopo 10 lunghi anni di mancati rinnovi contrattuali e i miseri aumenti andati a regime da marzo 2018, non hanno bisogno di commenti. Basti dire che a fronte di un'inflazione del 10 per cento dal 2009 ad oggi gli aumenti contrattuali non raggiungono il 4 per cento.

L’elemento di perequazione previsto per le fasce economiche più basse è temporaneo, ha una scadenza al 31 dicembre 2018 e non concorre alla tredicesima mensilità, non incrementa il TFS/ TFR e i contributi previdenziali.

Tutto questo è avallato e siglato, da CGIL – CISL - UIL – UNSA CONFSAL e INTESA.

FALLIMENTO DELL'ACCORDO DEL 26 APRILE 2017

Nello specifico del Ministero della Giustizia l'accordo del 26 aprile 2017, decantato dal ministro e dai cinque sindacati firmatari come svolta epocale (sic!), è risultato un vero e proprio fallimento.

Gli impegni assunti all’art. 6 al momento sono lettera morta:

  • entro 31 dicembre 2017 concludere la prima fase degli sviluppi economici lett. b);
  • rivedere le piante organiche entro il 30 giugno 2017 lettera d);
  • avviare a partire da ottobre 2017 il passaggio di area degli ausiliari nel rispetto delle condizioni e modalità previste nel contratto giustizia 29 luglio 2010 omissis lettera e);
  • concludere entro dicembre 2018 il passaggio giuridico del personale interessato lettera f);
  • entro giugno 2019 definire il passaggio di tutti gli idonei di cui al 21 quater lettera g);
  • estendere ad altri profili apicali il 21 quater lettera h);
  • reperire risorse per la valorizzazione del personale lettera j).

In attesa che tutto ciò si realizzi il ministro ed il suo staff continuano a magnificare quanto ottenuto per i lavoratori della giustizia, quel che è peggio anche i cinque firmatari non perdono occasione per vantarsi dei benefici e delle conquiste ottenute a favore dei lavoratori della giustizia.

Le uniche cose realizzate utili all’amministrazione, non certo ai lavoratori, sono:

 

la rimodulazione dei profili professionali che ha prodotto l’incremento delle mansioni per quasi tutti i profili professionali, a costo zero ingenerando ancora più confusione;

l’aumento delle piante organiche nella sola figura professionale degli assistenti giudiziari che ha permesso di procedere in fretta alle altre assunzioni per fare campagna elettorale.

AMMINISTRAZIONE E SINDACATI FIRMATARI BOCCIATI SENZA APPELLO

  • nessuna riqualificazione professionale per gli ausiliari, operatori, assistenti, funzionari, contabili, informatici, linguistici, statistici, direttori amministrativi e quant’altro;
  • solo 1.768 passaggi su 7.000 tra cancellieri ed ufficiali giudiziari dalla seconda alla terza area;
  • su 34.000 dipendenti solo 9.065 passaggi economici, promessi e non ancora realizzati, pagati con i soldi di tutti dal FUA;
  • nessun interpello;
  • formazione per pochi eletti;
  • condizioni di lavoro insopportabili e sicurezza e salubrità negli uffici giudiziari pressoché zero.

Come se non bastasse i lavoratori del DOG, unici nel panorama della pubblica amministrazione, non possono essere né trasferiti né comandati in altre amministrazioni sino a tutto il 2019, causa le gravi carenze di personale; stesso discorso vale per i mancati interpelli del personale interno. Insomma prigionieri dell’amministrazione.

LE PROPOSTE DELLA USB P.I. - GIUSTIZIA:

 

  • diritto alla carriera per tutti i lavoratori della giustizia con conseguente passaggio giuridico ed economico al profilo professionale superiore, sia all’interno che tra le aree;
  • sostenere con forza, per superare i lacci e laccioli dell’attuale ordinamento professionale, la proposta dell’area unica amministrativa fatta da USB in sede ARAN;
  • interpello per tutte le figure professionali, almeno una volta all’anno così come previsto dall’accordo in essere;
  • formazione del personale costante e diffusa, attingendo dai fondi europei da reperire, sollecitando la nuova “direzione generale per il coordinamento delle politiche di coesione”ad una più intensa e fruttuosa attività nel definire progetti;
  • assunzioni di almeno altre 5000 unità all’esito dei passaggi giuridici del personale interno;
  • stabilizzare il salario accessorio di cui al fondo unico di amministrazione che va incrementato con le somme provenienti dall’applicazione dell’art. 27 d.lgs 150/2009 e art. 15 d.lgs 82/2005 c.d. risparmi di innovazione e digitalizzazione, nonché dall’Art. 1 co. 373 L. 244/07 recupero crediti giustizia;
  • Reinternalizzare il servizio recupero crediti giustizia oggi affidato ad Equitalia Giustizia, dimostratasi un grande carrozzone. Per averne conferma basta leggere la deliberazione 7 marzo 2017 n. 3/2017/G della Corte dei Conti, la quale punta il dito, tra l’altro, sui costi di gestione di Equitalia Giustizia pari all'astronomica cifra di €. 49.279.243 per il periodo 2011 – 2015. Costi sempre in ascesa negli anni (Cfr. pag. 61 della citata relazione) a fronte di percentuali di riscossione non certo esaltanti nonostante, a dire del Ministero, la convenzione del 2010 avrebbe dovuto rivoluzionare il sistema di riscossione. La USB stima che la quota parte che andrebbe a beneficio dei lavoratori della giustizia ammonta a circa 100 milioni di euro all’anno;
  • ridistribuire tra il personale, al pari come avviene per la Giustizia Amministrativa - le Agenzie Fiscali e il Ministero del Tesoro, una parte dei proventi provenienti dal contributo unificato e dalle altre somme incassate a qualsiasi titolo dall’Amministrazione.

MAGISTRATI E MINISTERO

 

Gli uffici del ministero della giustizia sono diretti esclusivamente dai Magistrati e fino a quando non ci sarà un’inversione di rotta i contratti e i provvedimenti saranno sempre e solo funzionali alle esigenze della magistratura e non dei lavoratori.

Rivendicare la professionalità del lavoratore della giustizia è premessa indispensabile per affermare il proprio ruolo di autonomia e garanzia, ma soprattutto va impedito che chiunque possa svolgere le attività che la legge, il codice e le disposizioni di attuazione attribuiscono ai lavoratori giudiziari. In sostanza Ausiliari del giudice al servizio dei cittadini, ma schiavi di nessuno.

 

RSU 2018

il prossimo rinnovo delle RSU sarà l’occasione buona per esprimere la voglia di cambiamento, così come avvenuto alle recenti elezioni politiche.

Il 17-18 e 19 aprile

“digli di smettere”

Stai dalla tua parte, non abboccare più all’amo, strappa l’egemonia di coloro che da una parte ti offrono un beneficio personale per poi dall’altra affondare, firmando contratti a perdere che ti rivendono come grandi conquiste, il salario, i diritti, la dignità, il futuro nostro e quello dei nostri figli.

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