La mala gestione dell’informatica nel Ministero della Giustizia

Roma -

La USB P.I. – Giustizia è costretta ad intervenire in merito ad alcuni provvedimenti riguardanti il personale informatico addetto agli Uffici Giudiziari di Roma.

In data 28 gennaio 2021, ai dipendenti in oggetto, veniva comunicato attraverso email che dal lunedì successivo la loro sede di servizio sarebbe stata il Cisia di Roma, con sede fisica in Via Crescenzio presso la direzione dei sistemi informativi automatizzati.

Fermo restando l’irritualità di tale comunicazione, non vi è stata neanche una preventiva revoca formale degli incarichi pregressi rivestiti. Questo aspetto, che potrebbe sembrare di scarsa rilevanza, nella realtà investe la sfera delle responsabilità lavorative nonché la mancata copertura assicurativa, in caso di eventuali infortuni durante il percorso necessario a raggiungere la nuova sede lavorativa, trattandosi di itinerario diverso da quello risultante dall’ordine di servizio mai revocato.

Altra incongruenza, lunedì 4 febbraio, nella sede di nuova assegnazione, non risultavano postazioni di lavoro per questi dipendenti e meno che mai i compiti ad essi assegnati tali da giustificare l’urgenza dello spostamento.

Come se questo non bastasse, ad uno degli assistenti coinvolti in questo spostamento è stato dato incarico formale per una attività da svolgere necessariamente in presenza in Corte Suprema di Cassazione, senza tener assolutamente conto che il dipendente presta assistenza in via esclusiva a un parente disabile.

Come è ben noto, la normativa vigente impone il divieto da parte del datore di lavoro di procedere allo spostamento senza il consenso del dipendente stesso, anche nel caso di specie di spostamento nello stesso comune, come gli orientamenti giurisprudenziali confermano.

E’ gravissimo sottolineare che proprio un’Amministrazione tenuta, per mission istituzionale, a garantire e tutelare i diritti dei cittadini, violi la normativa vigente.

A questa organizzazione sindacale risulta, inoltre, che neanche i capi degli uffici coinvolti da tali decisioni siano stati informati, ne’ che sia già stata adottata una misura alternativa al presidio fisico fisso garantito fino ad oggi dalla presenza di tale personale, necessario per manutenere e presidiare tutti i servizi, alcuni dei quali strategici e delicati come “rete ponente” alle dirette dipendenze del Gabinetto.

Alla scrivente O.S., nelle condizioni date, sfuggono i motivi di tale operazione e i motivi d’urgenza a giustificazione dell’immediato spostamento.

Non sfugge, però, che la DGSIA tratta da tempo il personale con la sufficienza con cui si sposta un mobile, disponendone a piacimento, senza preavviso e ignorando qualsiasi esigenza personale e familiare degli stessi.

Quello che risulta poco chiaro è se ci si renda conto dei continui disservizi che tali scelte comportano, come quello avvenuto in questi giorni a piazzale Clodio a seguito di uno stop sui servizi di rete verificatosi in assenza delle attività giornaliere costanti che effettuava il dipendente rimosso da un giorno all’altro dalla sede.

Questa O.S., alla luce dei numerosi episodi di spostamento del personale, cambio di mansioni, continua nuova assegnazione di incarichi che impongono ritmi di lavoro insostenibili, gestiti senza il coinvolgimento dei dipendenti e nell’assoluta mancanza di un progetto condiviso di largo respiro, si chiede se:

  • le scelte degli ultimi anni dell’Amministrazione vadano nella direzione di preferire l’utilizzo di personale esterno rispetto a quello interno e, in caso affermativo, se si è tenuto conto delle maggiori spese e del perché non si proceda prima della sostituzione ad affiancare tale personale;
  • nella logica dell’Amministrazione rientra il concetto, da rispedire al mittente, di potere assoluto sul personale informatico al punto tale di spostarlo, a seconda della bisogna, di volta in volta, senza la garanzia di una sede fissa e in spregio al benessere psico-fisico degli stessi, cosa, quest’ultima, che rientra tra i precipui compiti dei dirigenti.

E’ inconcepibile che, dopo mesi di continue sollecitazioni da parte di questa O.S., dopo unosciopero di categoria che ha visto la partecipazione del 70% dei lavoratori, dopo una sciopero degli straordinari e accessori che ha costretto l’amministrazione a rimandare gli aggiornamenti dei sistemi informatici in tutta Italia, l’amministrazione rimanga cieca e sorda a qualsiasi richiesta.

Eppure gli informatici non chiedono la luna, esigono di essere trattati come persone e non come pacchi postali, pretendono di essere utilizzati per le potenzialità, competenze e professionalità per cui sono stati assunti anche nell’ottica di un consistente risparmio di spesa.

Richieste puntualmente ignorate da un’Amministrazione che si è arroccata sulle proprie posizioni in una sorta di autoreferenzialità inviolabile.

La USB P.I. – Giustizia, pertanto, chiede la revoca immediata del provvedimento che coinvolge il dipendente che assiste il parente disabile, la sospensione della decisione di rimozione degli assistenti informatici dagli uffici giudiziari e, nel contempo reitera la richiesta di un incontro urgente tra le parti sociali, per discutere delle problematiche del personale, anche alla luce delle sfide future sull’innovazione tecnologica e la digitalizzazione della giustizia. Il tutto nell’ottica di evitare l’inasprimento degli animi e ulteriori iniziative di lotta, che la scrivente O.S. non esiterà a mettere in campo qualora persista l’atteggiamento di ostruzionismo da parte dell’Amministrazione.