LA PARTITA E' INIZIATA 8 ANNI FA E NON E' ANCORA FINITA…. PURTROPPO

Roma -

Vorremmo poter dire, nonostante la RdB P.I. non ha condiviso l’impianto del primo Contratto Integrativo della Giustizia e successive modifiche, che i lavoratori della Giustizia oggi sono tutti riqualificati o ricollocati.

Ci sarebbe piaciuto ammettere di esserci sbagliati perché una vittoria dei lavoratori è una vittoria per il sindacato così come le sconfitte.

Invece a distanza di 8 lunghi anni e le tante promesse i lavoratori della Giustizia sono fermi al palo e il peggio è che le condizioni di lavoro si aggravano di anno in anno.

Solo per cronaca sottolineiamo che in 8 anni si sono succeduti governi di vario colore e tutti hanno fatto promesse ma sino ad oggi nessuno ha mantenuto.

Di contro però i vari governi che si sono succeduti hanno perseguito in assoluta continuità i  tagli alla spesa per i pubblici dipendenti tant’è che dal 1995 ad oggi la giustizia ha subito tagli di personale di oltre 10.000 unità. Questa logica perversa di smantellamento della Pubblica Amministrazione e per essa dello stato sociale ha visto come attori principali insieme a governo e confindustria proprio quei sindacati che predicano bene e razzolano male.

Quegli stessi sindacati di destra e di sinistra morbidissimi con i  governi amici e poco accomodanti con quelli nemici. Salvo poi firmare tutti gli accordi i cui effetti devastanti ormai sono sotto gli occhi di tutti.

Purtroppo è questo il balletto a cui assistiamo da anni e nel frattempo i lavoratori peggiorano le loro condizioni di vita e di lavoro e i giovani sono sempre più precari.

La Giustizia è allo sfascio e non è con gli enunciati che si risolvono i problemi, tutte le riforme che si sono succedute negli anni piuttosto che essere attente alle esigenze dei cittadini e dei lavoratori hanno perseguito logiche di appartenenza e corporative aggravando così i tempi della giustizia.

Le responsabilità sono da addebitare a chi, colpevolmente, ha contribuito al lento dissolvimento della Giustizia. Intanto i lavoratori pagano le conseguenze delle scelte scellerate da altri operate in nome e per conto loro.

Non sarà certo l’applicazione del memorandum che risolverà il problema della giustizia, né tanto meno il disegno di legge che è ancora da divenire.

I lavoratori della Giustizia sono saturi delle parole e vogliono fatti e questi fatti ci dicono che a distanza di più di un anno dall’ultimo accordo (protocollo d’intesa 9 novembre 2006),  dalla vana e azzardata promessa che entro luglio 2007 tutti i giudiziari si sarebbero riqualificati nulla è successo e nessun impegno è stato mantenuto né dall’Amministrazione, né dai sindacati sottoscrittori.

Quanto poi alle difficoltà incontrate lungo il suo percorso dal Disegno di Legge vorremmo solo sottolineare che le obiezioni sono le stesse incontrate in sede contrattuale (sentenza corte costituzionale ecc..) a questo punto ci chiediamo perché aspettare la via legislativa?

La RdB P.I. da anni con manifestazioni ed iniziative attraverso il coinvolgimento dei lavoratori lotta per la riqualificazione di tutti, per condizioni di lavoro più dignitose, per salari europei, per una Pubblica Amministrazione al servizio di tutti i cittadini, per il lavoratore pubblico visto come una risorsa su cui investire e non un costo su cui tagliare, per pensioni adeguate al costo della vita, contro lo scippo del TFR e contro qualsiasi tipo di precarietà.

Questi sono i fatti e per il resto le chiacchiere stanno a zero.

Votare RdB P.I. significa avere voce nelle contrattazioni, significa partecipazione, significa informazione, significa conflitto, significa protagonismo dei lavoratori, significa lottare per

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