LADRI DI FUTURO, LADRI DI DEMOCRAZIA
Dopo aver firmato, solo nell’ultimo anno, tutta una serie di accordi e contratti sulla pelle dei lavoratori, i sindacati concertativi passano ora all’attacco di chi ha da sempre rappresentato la voce scomoda, fuori dal coro, al solo servizio dei lavoratori rappresentata dalla RdB/CUB.
Con una ignobile pressione hanno “convinto” l’Amministrazione a non convocare la RdB/CUB per la prossima trattativa di Ministero del 15 ottobre. E, in modo ancora più ignobile, l’Amministrazione si è prestata al loro sporco gioco.
La firma del Memorandum che smantella la Pubblica Amministrazione, la firma dell’accordo del 29 maggio che fa diventare il biennio contrattuale in triennio, la firma sull’accordo per l’istituzione del Fondo Pensione anche per i ministeriali e spiana la strada allo scippo della liquidazione, la firma degli accordi del 23 luglio che innalza l’età pensionabile e riduce le pensioni e il welfare, e per ultimo la firma del contratto ministeri che, oltre a non adeguare gli stipendi al carovita, peggiora i diritti in tema di ordinamento professionale, meritocrazia, relazioni sindacali e codice disciplinare.
Di fronte a questo scenario capiamo le difficoltà che questi sindacati incontrano nel rapporto con i lavoratori che dicono di rappresentare, proviamo a capire la difficoltà del rapporto di fiancheggiamento col “governo amico”, capiamo che per loro è una vera opportunità poter fare i propri giochi sporchi dentro le trattative di ministero senza la RdB, ma sinceramente non riusciamo a capire come una pubblica amministrazione, per di più denominata GIUSTIZIA, possa calpestare i più elementari principi della democrazia e sottostare al ricatto di chi si rappresenta più come una lobby che come un’associazione dei lavoratori.
E’ vero, la RdB ha rappresentato in questi anni una presenza scomoda all’interno del Ministero con le sue battaglie per l’Indennità di Amministrazione, per una più equa distribuzione del salario accessorio, per il sacrosanto diritto alla carriera per tutti i dipendenti, per la dignità dei lavoratori giudiziari e della loro funzione insostituibile, e questo ha in qualche modo inceppato, arrestato o ritardato quei processi di smantellamento che questo, come i precedenti governi, avevano messo in moto.
Ora trovano la scusa che la RdB/CUB, ancorché maggiormente rappresentativa nel comparto, ha avuto l’assurda pretesa di consultare i propri iscritti e i lavoratori prima di firmare il contratto nazionale di lavoro del comparto Ministeri, dopo che questo governo l’aveva tenuto bloccato per ben 21 mesi.
Questa pratica democratica della consultazione di coloro a cui il contratto va applicato non è evidentemente condivisa; per noi, che non abbiamo padrini e padroni, il rapporto con i lavoratori è invece un punto di forza.
Questo attacco non è solo un attacco alla RdB, è un attacco agli interessi dei lavoratori e a chi realmente li rappresenta.
La RdB/CUB risponderà a questa provocazione non cercando protettori politici ma imponendo al ministero la presenza dei delegati RdB e la loro funzione di garanzia per gli interessi dei lavoratori.
Il 15 ottobre ci saremo anche noi alla trattativa al Ministero!
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Coord.Naz. RdB/CUB Giustizia