Lavoro agile applicato in via emergenziale, permessi orari, eccedenze orarie a recupero e buoni pasto.

USB P.I. - Giustizia scrive al Capo del dipartimento O.G. Dott.ssa Fabbrini e al Direttore generale del personale e della formazione Dott. Leopizzi.

 

Roma -

La USB P.I. – Giustizia, a seguito di ricorrenti quesiti ricevuti dai colleghi dislocati su tutto il territorio nazionale è costretta a tornare su argomenti già sottoposti all’attenzione dell’Amministrazione.

Al fine di dare delle linee guida al personale e a quei dirigenti sul territorio che stanno interpretando in maniera disomogenea i “nuovi” istituti contrattuali, vi giriamo le domande che ci vengono poste:

1. In regime di lavoro agile sono previsti i permessi orari da prendere a recupero (art. 34 CCNL)? In caso affermativo come sono regolamentati?

2. Le ore in eccedenza svolte durante la singola giornata lavorativa come vengono conteggiate? Possono essere utilizzate per recuperare dei permessi già presi?

3. In altre amministrazioni pubbliche, anche nelle giornate di lavoro da casa (lavoro agile), superate le sei ore lavorative ai dipendenti viene erogato il buono pasto. Perché il ministero della Giustizia non ha adottato tale modalità?

Certi che nel pubblico impiego il potere datoriale nell’applicazione di medesimi istituti contrattuali non può e non deve generare discrepanze e diseguaglianze tra i lavoratori e che la tutela dei dipendenti e l’affermazione dei principi dell’articolo 97 della Costituzione passano anche attraverso politiche che rendono omogenea l’applicazione dei nuovi istituti contrattuali su tutto il territorio e, trasversalmente in modo egualitario anche tra le varie amministrazioni, chiediamo il vostro immediato intervento.

In attesa di sollecito riscontro, sperando di non dover con successiva nota elencare tutti gli uffici che stanno rispondendo alle richieste del personale in modo anomalo, si porgono cordiali saluti.