Lettera della RSU della DNA di Roma sul DL 112
Riceviamo e pubblichiamo la lettera della RSU della DNA di Roma sul DL 112.
Ill.mo Presidente del Consiglio
Palazzo Chigi
R O M A
Ill.mo Ministro della Giustizia
Via Arenula
R O M A
Le scriviamo in relazione al D.L. 112/08, che ha prodotto disorganizzazione e confusione in tutta l ‘amministrazione.
Dopo aver dovuto sopportare un vero e proprio linciaggio da parte degli organi istituzionali ed informativi, di cui finalmente si comprende il perché, è stato promulgato un D.L. che stravolge i sistemi contrattuali ripristinando il Rapporto di Lavoro del Pubblico Impiego riportandolo a prima del 1993 (privatizzazione del rapporto di lavoro del Pubblico Impiego).
La macchinosa proposta organizzativa ideata dal Ministro Brunetta è fatta solo per fare “cassa”. Infatti dimostra una scarsa conoscenza dei meccanismi che regolano l’assenza per malattia, e lascia trasparire malafede, o peggio ancora, incapacità organizzativa.
E’ inutile entrare nel merito di quanto sta accadendo, che è certamente di Sua conoscenza, vista la mole di richieste di pareri e chiarimenti provocati dalla mancanza di norme di attuazione, che ci risulta aver sommerso la Funzione Pubblica. Se questo è il programma che l’attuale governo intende portare avanti, cominci a contare anche i 43.000 voti che il personale della giustizia può esprimere.
Noi ci aspettavamo che fosse onorato il debito professionale ed economico derivato dalla mancata riqualificazione, impegno da lei preso davanti al C.S.M., ed invece siamo stati offesi in ogni modo e ad ogni intervento con i mass-media espresso dal Min. Brunetta.
Su di noi, considerando anche l’esiguità degli stipendi, è caduto l’onere di sostenere economicamente l’intera manovra che colpisce, sottolineiamo, nella maggior parte dei casi, persone malate.
Siamo stanchi di soprusi, di menzogne, che servono solo a coprire altre situazioni e troviamo altamente offensiva la ridda di epiteti che il Min. Brunetta ha più volte espresso nei nostri confronti, senza mai che avessimo alcun diritto di replica.
Lo stesso ministro, se avesse una sua coerenza, dopo aver prodotto il suddetto D.L., dovrebbe lasciare il suo posto ad altri per manifesta incapacità. A meno che non pensi che se c’è da pagare, questo spetti solo ai dipendenti pubblici.
In ogni caso, questa volta, siamo intenzionati ad arrivare fino in fondo, difendendo la nostra dignità e professionalità reclamando una giusta retribuzione, cosa che questo Governo si è ben guardato di inserire tra le “urgenze”.