Mancata spendibilità dei buoni pasto elettronici dei lavoratori del ministero della Giustizia - richiesta di intervento.
In allegato la lettera della USB PI Giustizia ha inviato per la mancata spendibilità dei buoni pasto elettronici.
La USB P.I. – Giustizia riceve quotidianamente e da moltissimi lavoratori lamentele circa la spendibilità, sempre più difficoltosa, dei buoni pasto in tutto il territorio nazionale.
In particolare per il lotto 8 della convenzione Consip vinta dalla “Repass Lunch Cupon s.r.l.” che interessa le regioni Campania, Lazio, Umbria, Abruzzo, Sardegna e Marche.
La precedente e scandalosa gestione della “Quì Ticket” avrebbe richiesto maggiore attenzione e controllo da parte di chi gestisce le convenzioni, purtroppo ciò non è avvenuto e il nuovo servizio sostitutivo di mensa, senza alcun dubbio, sta creando seri problemi ai lavoratori interessati.
Le complicazioni che riscontrano i lavoratori sono svariate, si va dal basso numero di esercizi commerciali convenzionati, al contrario di quanto previsto nella convenzione, al rifiuto di accettarli negli esercizi elencati nella convenzione, sino ad arrivare a vere e proprie estorsioni laddove si pretende di dimezzare il valore del buono pasto.
Ad aggravare la situazione è la comunicazione pervenuta ai lavoratori dalla Repass, circa la sospensione del servizio dalle ore 19 di venerdì 24 maggio sino alle ore 9 di lunedì 27 maggio 2019, impedendo di fatto un libero diritto, quale spendere i buoni in quel lasso di tempo, legittimamente maturato.
E’ da segnalare che l’episodio di cui sopra non è la prima volta che si verifica.
La USB P.I. – Giustizia ha ben chiare le ragioni di tali disservizi.
La Consip affida i contratti con i criteri del massimo ribasso risparmiando circa 350 milioni di euro l’anno, di contro le società vincitrici applicano alte commissioni agli esercizi commerciali che vogliono convenzionarsi. In sostanza una tassa occulta che solo i grandi gruppi commerciali possono fronteggiare, mentre ai piccoli esercenti non resta che soccombere oppure inventarsi formule più disparate per non perdere i clienti.
Alla fine della fiera, in tutto ciò, chi ci rimette sono i lavoratori, i quali oltre a subire il danno di aspettare mesi e mesi prima che gli vengano erogati i buoni pasto, subiscono la beffa della mancata spendibilità degli stessi.
La USB chiede un intervento immediato da parte degli intestatari, ognuno per la propria competenza, affinché rimuovano gli ostacoli che, di fatto, impediscono ai lavoratori di spendere i buoni pasto. Inoltre si chiede di vigilare e intervenire, tempestivamente, sugli eventuali inadempimenti contrattuali da parte delle società interessate al fine di evitare il ripetersi delle spiacevoli situazioni intervenute in passato. E’ appena il caso di sottolineare che in molti casi non sono ancora stati sostituiti i vecchi buoni pasto inutilizzabili, così come preannunciato nel decreto dignità.
La USB ripropone quanto già in passato proposto: “il pagamento dei buoni pasto direttamente in busta paga” questo risolverebbe gli inconvenienti riscontrati in tutti questi anni, eviterebbe le procedure farraginose che hanno provocato la desertificazione del piccolo commercio a beneficio delle grandi catene alimentari, eliminerebbe il grosso contenzioso tra esercenti e società concessionarie.
La scrivente in attesa di un immediato e positivo intervento, porge cordiali saluti.