MINISTERO DELLA GIUSTIZIA OVVERO LA REPUBBLICA DELLE BANANE
l Ministero della Giustizia è diventato il luogo dove si afferma tutto ed il contrario di tutto.
Un agire spregiudicato mai visto prima, neanche nei momenti più bui del paese, dettato evidentemente dalla consapevolezza di essere impuniti e dalla incapacità di reazione dei lavoratori della giustizia.
Una gestione arbitraria del personale che ha raggiunto limiti intollerabili dove, a seconda della bisogna, l’illecito diventa lecito e il lecito diventa illecito.
L’amministrazione della giustizia sta diventando una giungla.
E mentre il personale assunto da anni, grazie anche alla connivenza degli altri sindacati che hanno la maggioranza, sta sopportando:
- il blocco dei comandi e della mobilità ad altre amministrazioni con motivazioni meschine e non valide per tutti;
- il mancato rispetto degli accordi sottoscritti;
- l’inerzia sugli interpelli e il conseguente clientelismo spietato;
- la negazione dei più elementari diritti quale il part time, l’aspettativa, le progressioni giuridiche ed economiche….
Per gli ultimi assunti, con il beneplacito del Direttore Generale del Personale, non valgono le stesse regole:
- alcuni vengono autorizzati a svolgere le funzioni di VPO e GOT nello stesso luogo dove prestano servizio, purché fuori dall’orario di lavoro;
- altri, a ben vedere, continueranno a svolgere anche l’attività di avvocato o negli studi precedenti, in barba al conflitto di interesse.
L’elenco della spesa sarebbe lungo, ma i lavoratori della giustizia lo conoscono bene visto che sono vittime e ostaggio di questa amministrazione cieca e sorda.
Ma come in tutte le cose, poi, c’è la goccia che fa traboccare il vaso.
Un provvedimento in cui ad un dipendente, risultato vincitore del concorso per l’Ufficio del Processo, viene concessa una aspettativa per conservazione del posto per l’intera durata del contratto a tempo determinato, ossia per il periodo di 2 anni 7 e mesi.
Il tutto in barba alla normativa che prevede un periodo massimo di conservazione del posto di 4 mesi, e in barba ai disagi della cancelleria che si vedrà sottratta forza lavoro perché l’unità sarà assegnata a esclusivo supporto del magistrato di turno.
Strane alchimie del Direttore Generale del Personale.... Evidentemente avrà fatto dei ragionamenti tutti suoi e ci piacerebbe capire da dove e come ha tirato fuori il coniglio dal cilindro.
Peccato che, non più tardi di un anno fa, la stessa richiesta fu fatta da un lavoratore ausiliario vincitore del concorso da operatore a tempo determinato: in quel caso la risposta fu picche e la normativa rispettata alla lettera …
Due pesi e due misure non più tollerabili: continue discriminazioni frutto a volte di convenienze di categoria, a volte di equilibri sindacali che generano clientelismo sfrenato a danno di tutti i lavoratori che quotidianamente faticano a comprendere le ingiustizie subite.
Questa volta frutto della necessità di far stare in piedi il progetto, fatto con i piedi, dell’Ufficio del Processo, a cui si cerca continuamente di mettere una toppa con circolari e provvedimenti emessi contra legem.
Una giungla dove sarà sempre più difficile districarsi e che amplificherà le disparità di trattamento.
Come dire: “ufficio che vai usanze che trovi”.
USB si chiede quanto in basso sia sceso il concetto di giustizia che anima l'agire di questi amministratori e dove siano, di fronte a tanta sicumera, tutti gli altri sindacati a tutela dei lavoratori, che stanno passivamente alla finestra degradando la propria missione.