MONTEZEMOLO PENSI AGLI AFFARI SUOI…BASTA MORTI BIANCHE
La morte dei quatto giovani operai a Torino nelle acciaierie e di altri lavoratori ad Avellino e Cassino ci lascia profondamente sgomenti e amareggiati. Giovani vite, spezzate da turni massacranti e da misure di sicurezza pressoché inesistenti. Insomma giovani vite sacrificate sull’altare del profitto.
Questi sono i problemi che dovrebbero affliggere Montezemolo altro che parlare di assenteismo degli statali. E già che ci siamo piuttosto che regalare al Ministero della giustizia una bella e fiammante 500 pensasse anche ai tanti giovani precari, alla messa in sicurezza delle industrie, ad aumenti salariali meno miserabili.
L’incremento di profitto realizzato in questi anni da imprese, banche e assicurazioni è servito ad accumulare ricchezze per lor signori mentre neanche un centesimo è stato ridistribuito alle famiglie costrette a fare i conti con i rincari di luce, acqua, gas, pane, pasta, latte, frutta, verdura ed altri generi di prima necessità.
L’ultima uscita di Montezemolo sull’assenteismo dei lavoratori pubblici e quanto questo costi alla collettività è di dubbio gusto oltre che falso. Ancora una volta un tentativo di far ricadere sui Pubblici Dipendenti la responsabilità dei mali del nostro paese così confondendo e depistando l’opinione pubblica.
Eppure Montezemolo dovrebbe ben sapere quanto è costato a noi cittadini, quelli onesti e che pagano le tasse puntualmente, andare in soccorso della sua azienda come di tante altre perennemente in difficoltà. Così mentre loro si arricchivano i poveri disgraziati venivano penalizzati sul fronte dei salari e peggio ancora dei servizi sociali.
Per migliorare i servizi che la Pubblica Amministrazione fornisce ai cittadini si deve partire dal presupposto che i dipendenti pubblici sono una risorsa sulla quale investire e non un costo da tagliare.
Ci chiediamo perché i vari Ichino, Gavazzi, Montezemolo quando analizzano i problemi della Pubblica Amministrazione non chiamano mai in causa i super-manager che godono di contratti faraonici e neanche sono in grado di assumersi le loro responsabilità?.
Il contesto nel quale i dipendenti pubblici, molti dei quali anche precari, mandano avanti con estrema fatica la macchina pubblica è fatto di: strutture fatiscenti, organizzazione inadeguata, organici insufficienti, anni di blocco delle assunzioni, aspettative frustrate, attacchi e mortificazioni continui. Eppure nonostante ciò i lavoratori si arrabattano per non sospendere l’erogazione dei servizi ai cittadini. Uno sforzo frustrato, tra l'altro, da salari assolutamente insufficienti per arrivare a fine mese e rinnovi contrattuali che arrivano “puntualmente” in ritardo e con aumenti irrisori.