ORA E' IL TURNO DELLA GIUSTIZIA
Il Ministro Padoa Schioppa dopo gli uffici del Tesoro vorrebbe accorpare quelli giudiziari e propone la sua ricetta parlando di meritocrazia.
Il Ministro Padoa Schioppa, oltre che ragionare sull’accorpamento degli Uffici Giudiziari suggerisce di ''porre il merito e i risultati al centro del sistema di allocazione delle risorse'', per una migliore efficienza della Pubblica Amministrazione.
Forse sarebbe opportuno che prima ancora di parlare di merito il Ministro si preoccupasse di mettere in condizione gli Uffici Giudiziari di funzionare al meglio dotandoli di mezzi, risorse e strumenti idonei a fornire un servizio pubblico alla cittadinanza degno di chiamarsi tale.
I lavoratori della Giustizia, con strumenti inadatti al compito che viene loro richiesto, si trovano troppo spesso ad operare:
· in locali fatiscenti e palazzi con eterni cantieri aperti
· in spazi angusti non messi in sicurezza e insalubri;
· in mezzo ad un folto pubblico che esige, giustamente, delle risposte;
· con strutture al limite del collasso;
· con supporti informatici insufficienti e obsoleti;
· con materiale di cancelleria che scarseggia
Personale che da anni è fermo al palo nella stessa posizione giuridica ed economica in cui è stato assunto, sfruttato in mansioni superiori, frustrato e mai gratificato; travolto dalle continue riforme privato della formazione e quel che è peggio dell’ informazione.
Personale, dunque, altamente professionale e produttivo costretto a “barcamenarsi” pur di offrire un servizio adeguato alla cittadinanza ed all’utenza, ed è solo grazie a questa disponibilità che la “barca” non affonda del tutto.
Personale i cui diritti anche quelli più elementari, sanciti dalle leggi e dalla costituzione, sono regolarmente calpestati.
Personale con salari ridotti al lumicino
Personale le cui legittime aspettative vengono puntualmente disattese.
Personale che diminuisce vertiginosamente nonostante aumenti l’organico dei magistrati ma nonostante tutto i processi si svolgono e le sentenze vengono pubblicate!.
In questo bailamme come si osa parlare di meritocrazia?
Forse il Ministro non sa che il servizio pubblico va valutato qualitativamente prima ancora che quantitativamente tenuto conto che, non si raccolgono patate e pomodori ma, si fornisce un servizio alla collettività, indispensabile e peculiare.
Sfidiamo il Ministro e tutto il Governo a far funzionare questa macchina nelle condizioni e con i mezzi in cui operano da sempre i lavoratori della Giustizia e vediamo cosa sapranno fare di meglio e di più.
Anche il governo andrebbe valutato per i suoi meriti piuttosto che per le parole! E di parole ne sono state dette tante: ma a tutt’oggi Nulla e sottolineiamo Nulla! È stato fatto per gli operatori e gli uffici giudiziari?
Consigliamo al Ministro di farsi una lunga passeggiata in uno dei tanti Uffici Giudiziari italiani e finalmente capirà che di meriti i lavoratori ne hanno tanti e che oggi devono solo riscuotere e non dimostrare.
Roma, 7 settembre 2007 RdB P.I. – Esecutivo Giustizia