OSSERVAZIONI al DPCM sulla riorganizzazione del Ministero della GIUSTIZIA
In allegato il testo delle osservazioni che la USB PI GIUSTIZIA ha inviato all'amministrazione sulle modifiche al regolamento di riorganizzazione di cui al DPCM 84/2015.
La USB P.i. – Giustizia, in merito all’atto di riorganizzazione in oggetto, sottolinea come lo schema appaia deludente e carente, visto che la riorganizzazione delle articolazioni del ministero viene affrontata senza tener conto della grave carenza del personale.
Partiamo proprio da questo assunto per evidenziare che un’amministrazione, realmente interessata a risolvere tale drammatica situazione, avrebbe fatto di tutto per mantenere inalterate le piante organiche, nonostante il passaggio alla regione Trentino Alto Adige delle attività amministrative e organizzative di supporto agli uffici giudiziari. Invece non si è fatta scrupolo di procedere alla riduzione delle stesse, nonostante l’aumento delle competenze evidenziate dallo stesso schema di decreto.
Tra l’altro, come al solito, si fa il gioco delle tre carte: si è tagliato sulle direzioni regionali ma, piuttosto che investire su personale, compensando le prospettate assunzioni di tecnici che, allo stato dell’arte, andranno a comprimere ulteriormente l’organico del personale amministrativo, si è preferito istituire una figura dirigenziale di prima fascia, il Vice Capo Dipartimento alla DGMC. Magari per la gioia di qualche fortunato.
E anche in relazione alle maggiori attribuzioni dovute al trasferimento dell’onere delle spese per la gestione degli uffici giudiziari dai comuni al Ministero della giustizia, che avrebbero dovuto suggerire di ampliare la pianta organica, nulla si è fatto e nulla si continua a fare, con il pretesto dei soliti vincoli di bilancio.
Invece, l’emendamento in finanziaria per l’ampliamento di 600 unità della pianta organica dei magistrati, già satura, non ha trovato ostacoli; creare posti dirigenziali, magari per accontentare qualcuno, è legittimo, ma quando si tratta di risolvere i problemi del personale amministrativo gli ostacoli diventano insormontabili !
Così ragionando, qualsiasi riorganizzazione, fatta di cambi di nomi alle direzioni e/o di maggiori attribuzioni e compiti agli uffici, tra l’altro senza che sia possibile valutarne l’impatto sui carichi di lavoro del personale, non porterà mai i suoi frutti.
Si può solo dedurre che manca la volontà di far funzionare al meglio la macchina giustizia.
Questa Organizzazione Sindacale insiste, quindi, affinché si proceda, senza indugi, a predisporre un provvedimento legislativo che riguardi esclusivamente le politiche sul personale, sia per quanto riguarda il riconoscimento delle progressioni giuridiche di tutti i lavoratori, nessuno escluso, sia per quanto attiene le problematiche relative all’organico con una sua rimodulazione per far fronte alle nuove competenze della giustizia e con la sua copertura dando seguito ad una massiccia assunzione di personale.
Entrando invece nel merito dello schema si osserva quanto segue.
Sono state ridotte da tre a due le direzioni regionali dell’organizzazione giudiziaria previsti dalla disciplina del decreto legislativo n. 240 del 2006. Sarebbe stato opportuno sopprimere tutte le direzioni, visto che fino ad oggi è rimasta inattuata la riforma, e con i risparmi aumentare la pianta organica del personale.
Nella bozza di decreto non si fa nessuna menzione riguardo la direzione generale delle statistiche e analisi organizzativa, cui è assegnato un direttore generale che ha, assurdamente, alle sue dirette dipendenze un solo ufficio. Eppure l’eliminazione della direzione e la riallocazione dell’ufficio sotto altra articolazione ministeriale apporterebbe un notevole risparmio di spesa. Per non parlare del fatto che le unità di personale presenti, ormai sistematicamente, lavorano quasi esclusivamente con gli uffici di diretta collaborazione, in modo diretto o sotto forma di protocolli, a causa dell’accresciuta richiesta di trasparenza e di “evidenza empirica” (esempio AIR e VIR) cui è tenuta la P.A., o sopperiscono ad esigenze di carattere informatico negli uffici, cosa che ne renderebbe plausibile o una ricollocazione presso gli uffici del gabinetto o presso la direzione dei sistemi informativi automatizzati.
Infine, proprio in riferimento alla direzione dei sistemi informativi automatizzati, la USB sottolinea che questa amministrazione non ha pienamente compreso la portata del decreto legislativo che impone la nomina del Responsabile della Transazione al digitale e l’individuazione dell’ufficio per il digitale in capo ad una direzione di carattere generale.
L’identificazione dell’ufficio per la transazione al digitale non si riferisce ad una mera attribuzione di un nuovo compito in capo alla direzione, ma all’identificazione della stessa quale ufficio per il digitale, con nuovi e più onerosi compiti derivanti dall’attuazione delle linee strategiche per la riorganizzazione e la digitalizzazione dell’amministrazione definite dal Governo, così come precisato nella circolare n. 3 dell’1 ottobre 2018, a firma del Ministro per la Funzione Pubblica Giulia Bongiorno.
Alla direzione generale dei sistemi informativi automatizzati andrebbe, quindi, data una collocazione “alla diretta dipendenza della governance che di volta in volta ne stabilisce le linee da seguire”. Inoltre, proprio per la forte caratterizzazione di tale attività, non possiamo non sottolineare che la sua guida andrebbe affidata a personale con elevate competenze tecniche in materia di informatica e di informatica giuridica e organizzativa/manageriale.