Riqualificazione. Nessuna condizione. I lavoratori hanno detto NO!

Roma -

 I lavoratori di tutti gli uffici giudiziari si sono espressi in maniera chiara ed inequivocabile: la riqualificazione non può e non deve essere sottoposta a condizioni.

            L’istituzione dell’Ufficio del Processo non può essere merce di scambio per ottenere la progressione di carriera: è la risposta rilevata nell’oltre il 98% dei questionari a noi pervenuti.

            La RdB P.I. pertanto ha sciolto definitivamente la riserva dichiarando la sua indisponibilità a sottoscrivere il protocollo d’intesa.

            I lavoratori hanno condiviso le nostre perplessità sulle condizioni poste dall’Amministrazione per procedere alla riqualificazione del personale, riqualificazione  che,   di governo in governo di promessa in promessa,  di speranza in speranza da  ben 7 lunghi anni aspettano.

            I governi succedutisi negli  ultimi 15 anni  hanno sostenuto che la “mala giustizia” dipendeva dai processi lunghi e dalla inadeguatezza delle strutture e del personale che opera nel settore.

Per risolvere il problema  hanno  proceduto ad una serie di riforme,  quali: modifiche al codice di procedura civile e penale, istituzione prima e accorpamento poi delle procure circondariali, accorpamento dei Tribunali e delle  Preture, istituzione del Giudice Unico, istituzione del Giudice di Pace, istituzione delle Sezioni Stralcio, assunzioni di  Giudici Onorari ecc.

            Riforme  risultate tutte  fallimentari e che paradossalmente hanno appesantito, ulteriormente, la macchina giudiziaria. Dovrebbe essere chiaro a tutti che così facendo si è operato per tentativi piuttosto che per scelte ragionate e condivise.

            Però si preferisce continuare su questa strada: l’istituzione dell’Ufficio per il Processo offende l’intelligenza dei cittadini e dei lavoratori in quanto, è chiaro a tutti che quest’ultimo tentativo di riforma alleggerirà il carico di lavoro dei magistrati spostandolo sul personale amministrativo ma, sicuramente non garantirà al cittadino una giustizia più celere né migliori condizioni di lavoro.

Infatti il previsto passaggio  delle competenze dai magistrati ai lavoratori appesantirà ulteriormente il carico di lavoro di quest’ultimi visto che non è previsto l’aumento degli organici,  lo sgravio delle attuali incombenze, l’introduzione di strumenti tecnologici avanzati, anche se  per quest’ultimi si spera nel buon cuore di eventuali sponsor (SIC!)  che Ministro e Capo Dipartimento si stanno affannando a cercare.

Comunque il 23 gennaio p.v. siamo stati convocati  al Ministero e, tra i vari punti all’ordine del giorno, tutti importanti, riceveremo comunicazioni relative alla presentazione del  DDL riguardante  “progressione del personale ed istituzione dell’ufficio per il processo”.

 Sapremo finalmente la verità,  volutamente fumosa nel protocollo d’intesa, su cosa siamo chiamati a fare per una manciata di denari,  quali responsabilità ci assumeremo agli occhi dell’opinione pubblica,  visto che si parla di una maggiore efficacia ed efficienza del servizio giustizia e che la premessa è l’applicazione dell’art. 111  della Costituzione riguardante il giusto processo e la sua ragionevole durata.

Se così è la Rd.B  P.I. ritiene inaccettabile questo ulteriore attacco ai lavoratori! pertanto

Dichiara, sin da ora, lo stato di agitazione del personale riservando all’esito le necessarie iniziative di mobilitazione e di lotta.