situazione degli UFFICI GIUDIZIARI di BARI: La USB PI Giustizia scrive al nuovo Ministro Alfonso Bonafede.
Caro Ministro,
lei si è appena insediato in un dicastero che scotta visto che da anni si parla di crisi della giustizia e di irragionevole durata dei processi, degli investitori che disertano il nostro paese per le lungaggini del nostro sistema processuale, della burocrazia imperante e del grave disagio che vivono i lavoratori del settore.
Temi questi che richiedono un confronto serrato e che meritano un approfondimento.
La USB P.I. – Giustizia oggi, però, le scrive per interessarla sulla situazione di emergenza che interessa l’ufficio giudiziario di Bari sito in Via Nazarianth.
Come lei ben saprà in questi giorni si susseguono le dichiarazioni delle varie istituzioni che si occupano del caso, senza che intervenga un provvedimento che metta al sicuro i lavoratori del palazzo.
Si interdice l’accesso agli avvocati, ai tirocinanti, agli stagisti, alla polizia giudiziaria, a qualche magistrato, mentre per il personale giudiziario che lavora in quella sede nessun provvedimento concreto è stato preso.
Non crediamo che si possa gestire così una situazione tanto delicata, il sindaco di Bari ha revocato l’agibilità del palazzo perché nella perizia commissionata dall’INAIL si dice che il palazzo potrebbe accasciarsi su stesso senza dare preventivi segni di cedimento.
Se questa è la verità ci chiediamo cosa si sta aspettando per ordinare lo sgombero del palazzo. I lavoratori sono in piena crisi di panico ma, nonostante ciò, sono costretti a stare in quella sede.
E’ assurdo che in piena crisi emergenziale ci si rimbalzi la palla senza che nessuno si assuma le proprie responsabilità.
La USB sin dal 2011 ha predisposto un dossier sulla vicenda del palazzo di giustizia di Bari sollecitando gli organi preposti a prendere provvedimenti in merito, se si fosse intervenuti in tempo utile oggi non staremmo a gestire l’emergenza.
Evidentemente in questo paese chi amministra la cosa pubblica non è in grado di fare progetti di lungo respiro.
Emergenza che, evidentemente, durerà dei mesi ed i cui effetti negativi ricadranno inevitabilmente sul servizio giustizia, sui lavoratori e sui cittadini.
Caro ministro per scongiurare il pericolo che l’anello più debole della catena, cittadini e lavoratori, paghino il prezzo più alto di questo disastro annunciato, ma per troppo tempo ignorato, questa O.S. le chiede un incontro immediato al fine di trovare una soluzione in grado di contemperare le esigenze del servizio con la salvaguardia della integrità fisica e psicologica dei lavoratori.
In attesa di un sollecito riscontro cogliamo l’occasione per augurarle buon lavoro.