TORINO: Manca il cancelliere salta l'udienza

Manca il cancelliere salta l’udienza

di RAPHAËL ZANOTTI su la Stampa del 29 gennaio 2008

 

Torino -

Solo pochi giorni fa, all’inaugurazione dell’anno giudiziario, la Giustizia torinese veniva coccolata e vezzeggiata: la più veloce d’Italia, processi rapidi e poche attese. Sono bastate 48 ore, però, perché la medaglia diventasse opaca.

 L’udienza nei confronti dei tifosi di Juventus e Torino per i tafferugli del derby, prevista per ieri, è infatti saltata per assenza del cancelliere.
«Prima o poi - dichiara Franco Graziani, cancelliere e rappresentante dell’Rdb - doveva capitare. La riduzione degli orari di apertura al pubblico degli uffici non basta più, siamo ridotti all’osso e ora rischiano le stesse udienze».<//strong>


Il responsabile della cancelleria della sezione dell’udienza incriminata, Carlo Bollati, spiega: «Il nostro organico ci permette a stento di sopportare 12 udienze alla settimana e in questi sette giorni ce ne sono arrivate 15. Gli addetti alle aule sono quattro, uno è in malattia».


Il problema della carenza di organico, sollevato piuttosto vibratamente dallo stesso presidente del tribunale Mario Barbuto all’inaugurazione dell’anno giudiziario, sta in ogni caso creando difficoltà non solo in aula, ma anche nel lavoro d’ufficio. «Poco dopo Capodanno - dichiara ancora Graziani - due nostre colleghe sono state portate d’urgenza al pronto soccorso perché, lasciate sole in una cancelleria, dopo due giorni hanno avuto un crollo psico-fisico per lo stress da lavoro».


A questo si aggiunga il fatto che ormai non ci sono più soldi e gli straordinari non vengono pagati. Si ricorre al riposo compensativo, ma questo non fa che aggravare la situazione degli uffici.


Una situazione analoga, ma forse più paradossale, la stanno vivendo anche i Vpo (i pm onorari che sostituiscono i magistrati nelle udienze). Dal 2 agosto, a causa di una circolare, non viene pagato loro il lavoro che svolgono al di fuori delle udienze.

Il paradosso è che questo tipo di lavoro (la disamina delle notizie di reato di competenza del giudice di pace e la predisposizione di decreti penali) è stato previsto da una legge, che però non ha previsto una sua retribuzione. Paradossalmente, dunque, il lavoro va fatto, altrimenti i Vpo sarebbero oggetto di provvedimento disciplinare da parte della procura, ma quel lavoro, sempre per legge, non può essere retribuito.