ANCHE UN RICORSO SULLE FESTIVITA' RICADENTI DI DOMENICA: CHE VERGOGNA !!
L’instancabile sindacato pescatore di consensi ha gettato nuovamente le reti: un altro ricorso, ancora gratuito e riservato esclusivamente agli iscritti. All’inizio della battuta di pesca viene sempre precisato che per fruire dei benefici dell’iniziativa alla quale si aderisce è necessario essere iscritti al sindacato, requisito che si deve possedere nel corso di tutta la procedura giudiziale; conoscendo bene i tempi della giustizia potremmo già quantificare il costo dell’investimento che ci viene proposto e la parcella che saremmo stati in grado di pagare anche al più qualificato e convincente studio legale.
I lavoratori giudiziari sono spesso distratti dall’eccessivo lavoro, rassegnati alla beffa di aver perduto ogni speranza di progressione di carriera, speranzosi di mantenere i pochi diritti che la politica ci ha per adesso riservato, fiduciosi che superata la crisi si possa ottenere un salario più adeguato al costo della vita, delusi nel sindacato e, nel frattempo, qualcuno “tenta la sorte” del ricorso legale.
Va bene così. Anche lo Stato “indirizza” i cittadini a tentare la fortuna con le lotterie, le estrazioni, i gratta e vinci, le scommesse, ecc.; ciascuno è libero delle proprie scelte.
In questa occasione però si è proprio esagerato perché prima di proporre un ricorso bisognerebbe fornire agli interessati tutti gli elementi per valutare la ragionevolezza ed i rischi dell’iniziativa e, soprattutto, informarli delle più autorevoli pronunce dell’organo costituzionale di legittimità e non solo di qualche favorevole e superato provvedimento giurisdizionale di primo grado.
La Corte Costituzionale con sentenza del 7 maggio 2008 ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 1, comma 224, della legge n. 266/05 (Legge Finanziaria 2006) che aveva stabilito la non applicabilità ai dipendenti pubblici della norma (art. 5, comma 3, della legge n. 260/49, come sostituito dall’art. 1 della legge n. 90/54) che prevede la retribuzione compensativa delle festività che ricadono di domenica.
In parole povere dall’entrata in vigore della Legge Finanziaria 2006 e “fatta salva l’esecuzione dei giudicati formatisi alla data di entrata in vigore della stessa legge” non è più possibile per i dipendenti pubblici richiedere il pagamento delle festività ricadenti di domenica.
Il diritto a tale compenso aggiuntivo potrà riconoscerlo solo il legislatore con una nuova norma sulla materia, che favorisca una volta tanto anche il sempre più bistrattato lavoratore pubblico.
La USB tanto doveva per corretta informazione a tutto il personale giudiziario, di cui continua ad avere sempre profonda stima e rispetto.