CONCLUSO IL TAVOLO TECNICO SULLA SOPPRESSIONE E ACCORPAMENTO DEGLI UFFICI GIUDIZIARI

Roma -

Questa mattina si è chiuso il confronto tra l’Amministrazione e le OO.SS. per raccogliere proposte e suggerimenti sulla revisione della geografia giudiziaria.

La USB P.I. nel corso dei tre distinti incontri (3, 12 e 17 aprile) ha ribadito con forza la propria contrarietà alla soppressione degli uffici giudiziari così come previsti dalla Legge delega n. 148/2011.

Infatti la chiusura di numerosi uffici giudiziari sancirà, da una parte la deportazione di alcune migliaia di lavoratori in altra sede giudiziaria, dall’altra il definitivo tracollo del sistema giudiziario le cui pesanti ed inevitabili ricadute ricadranno sui cittadini privati nei propri territori dei necessari presidi di legalità.

L’operazione che mira a contenere la spesa e ad offrire un servizio più efficiente alla cittadinanza, non sortirà alcun effetto visto che sono anni che si creano e si smantellano uffici giudiziari senza approdare a nulla. L’amministrazione oltre a non essere stata in grado di quantificare i risparmi ha comunicato candidamente che i dati cui hanno fatto riferimento relativamente alla popolazione risalgono al censimento del 2001, relativamente al personale riguardano le piante organiche e non gli effettivi in servizio e come se non bastasse quelli delle sedi distaccate sono stati accorpati al tribunale circondariale.

E’ chiaro a tutti che sono dati assolutamente falsati.

L’Amministrazione fin dalle prime battute ha precisato che l’individuazione degli uffici da sopprimere od accorpare sarebbe stata riservata al Governo in virtù della delega prevista dalla citata legge, pertanto la USB P.I. ha ritenuto di non formulare, a differenza di altri sindacati, alcuna preferenza campanilistica sull’opportunità di “salvare” questo o quell’ufficio giudiziario.

Tra l’altro mentre era ancora in corso la consultazione con le OO.SS. si è appreso, da un noto quotidiano nazionale, che il gruppo di lavoro ministeriale aveva già ultimato i lavori e consegnato al Ministro Severino una relazione sulla revisione della geografia giudiziaria con l’individuazione dettagliata degli uffici da sopprimere e accorpare.

In ogni caso la situazione che emerge dal confronto con l’Amministrazione è questa:

- nessuna disponibilità ad emendare la legge delega, riservando alla contrattazione con i sindacati l’intera materia della mobilità del personale; il Capo Dipartimento si è, invece, dichiarato disponibile ad integrare il vigente accordo sulla mobilità per regolare lo spostamento dei dipendenti “perdenti posto” che potrebbero essere assegnati ad altra sede anche in posizione soprannumeraria rispetto all’attuale capienza delle piante organiche;

- nessuna disponibilità a favorire la permanenza nello stesso luogo di lavoro del personale perdente posto, mediante il trasferimento ad altra amministrazione: la nota carenza di personale giudiziario non lo permetterebbe;

- inevitabile chiusura di tutti o della quasi totalità degli Uffici del Giudice di Pace già individuati nel decreto con assegnazione del relativo personale, per la massima parte (non inferiore al 50%), negli uffici del circondario;

- possibile mantenimento di circa 60 su 220 Sezioni Distaccate di Tribunale, pur essendo state tutte ritenute dal competente gruppo di lavoro ministeriale poco efficienti o comunque poco rispondenti alle reali esigenze del servizio giustizia; in particolare potrebbero essere “salvate” quelle insulari per evidenti difficoltà dei collegamenti;

- nessuna ulteriore indicazione sui Tribunali e sulle Procure non capoluogo di provincia per i quali si può ipotizzare un consistente mantenimento anche in virtù della possibilità di riequilibrare le diverse caratteristiche di due uffici limitrofi, di accorpare due Tribunali vicini anche se appartenenti a distretti giudiziari diversi o addirittura a distinte Regioni.

La USB P.I. ha richiesto al Capo Dipartimento, unitamente alle altre OO.SS., di fissare un urgente incontro per parlare di mobilità del personale interessato allo spostamento in altra sede, così da stabilire criteri certi, trasparenti e condivisi e, soprattutto, per prevedere un indennizzo da attribuire a tutti coloro che saranno costretti a cambiare luogo di lavoro.

L’Amministrazione ha quindi fissato la riunione al 10 maggio p.v. in vista della quale invitiamo tutti i lavoratori interessati dalla possibile soppressione del proprio ufficio a fornirci ogni utile suggerimento.