DA CHE PULPITO VIENE LA PREDICA! @usbgiustizia
Il bue che dà del cornuto all'asino... E' proprio vero, alcuni vecchi detti rimangono sempre attuali. C'è però da chiedersi con quale coraggio si azzardano certe affermazioni ben sapendo che si fa riferimento a pratiche che non ci appartengono.
Abbiamo sempre fatto della nostra onestà intellettuale, della nostra coerenza, della nostra perseveranza un vessillo.
Non abbiamo mai svenduto i lavoratori per tornaconti personali o per favorire qualcuno a danno di altri e di questo non abbiamo paura di essere smentiti, la stessa amministrazione potrebbe fare da testimone.
E invece guarda caso ci si accusa di gabbare i lavoratori per estorcere tessere agli stessi.
Chi lo fa mente sapendo di mentire. E si tratta proprio di chi basa ogni giorno il suo agire sindacale su pratiche che da sempre noi condanniamo.
Pratiche in cui si chiede ai lavoratori di aderire ad un ricorso, solo previa iscrizione, pena costi salatissimi per chi ha stipendi da fame; ma cosa ancora più grave si pretende l'iscrizione per tutta la durata dell'iter del ricorso pena l'arrivo della parcella dell'avvocato.
Ebbene chi ricorre a queste pratiche scorrette che rasentano l'estorsione, osa lanciare accuse ad altri. Ci vuole una bella faccia tosta... "cosa di cui a questo punto non dubitiamo".
Per quanto ci riguarda, anche col reclamo promosso in favore degli Ausiliari della Giustizia ci siamo limitati a dare voce ai lavoratori, così come loro chiedevano che facessimo. Nulla di più e nulla di meno. In sostanza abbiamo fatto una parte del nostro mestiere: metterci in ascolto dei lavoratori, pratica poco comune se non completamente assente tra gli altri sindacati.
Siamo convinti che per superare questa fase critica della vita del paese, che vede i ricchi diventare sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, in cui le banche che bruciano i nostri soldi vengono salvate mentre i piccoli risparmiatori vengono abbandonati, dove si toglie ai poveri per dare ai ricchi all’insegna di una lotta di classe al contrario, occorra agire il conflitto nei luoghi di lavoro e nelle piazze per gridare la nostra indignazione e per riconquistare i diritti scippati.
Strappare le tessere dei sindacati complici è l'unico modo per mandare un segnale, senza abbandonarsi a sterili qualunquismi e senza cedere alla tentazione del disimpegno, ma avendo il coraggio di sostenere un Sindacato come il nostro da sempre in prima linea laddove c’è da difendere o da riconquistare un diritto.
In questi anni abbiamo assistito a scene cui non avremmo mai voluto assistere, con sindacalisti trasformati in veri e propri piazzisti: chi ti cede l'assicurazione contro i rischi professionali, chi un ricorso, chi crediti universitari attraverso convenzioni con gli atenei on line, chi la tessera per i supermercati e negozi vari, chi ti vende la pensione integrativa, il tutto in cambio dell'iscrizione o del voto al loro sindacato. Insomma ti cedono tutto tranne la difesa dei diritti, della dignità, del salario!
Un vero e proprio mercimonio in cui ad essere sacrificate sono le conquiste sindacali. Ma per loro, si sa, visti i tempi bisogna che i lavoratori si accontentino.
Accontentarsi? Ma accontentarsi di che? Dell'elemosina?
NO grazie, preferiamo mantenere la barra diritta convinti che il vento cambierà! Basterà continuare a sensibilizzare i lavoratori stessi affinché escano da questo stato di letargia e rassegnazione cui artatamente sono stati relegati, sapendo che un’alternativa onesta e credibile esiste già e risponde al nome della USB.
Quanto proprio all'iter del reclamo gli Ausiliari non avevano bisogno di suggeritori, poiché era stato ampiamente illustrato e letto prima di presentarlo e anche questa è una lezione di democrazia che pochi possono vantare.
Ma chi ha nel proprio DNA quell'agire sindacale che noi dell’USB tanto disprezziamo, prova invece a ribaltare la frittata. Forse li indispone vedere che i lavoratori stanno provando ad alzare la testa? Che non credono più alle promesse di chi vuole rabbonirli?
Sappiano questi signori che la USB non solo rivendica con orgoglio il proprio ruolo di portavoce di tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti, ma è fiera di essere strumento nelle loro mani!