Giudici di pace al collasso

Roma -

Al Ministro della Giustizia

On. Angelino Alfano

 

 

 

 

 

 

Oggetto: Riforma del processo civile e DDL 733/B “Disposizione in materia di sicurezza pubblica”

 

 

 

Ministro,

il 4 Luglio sono entrate in vigore le norme che regolano l’aumento per valore delle competenze civili per i Giudici di Pace, nonché, vista l’approvazione del DDL 733/B in materia di sicurezza pubblica del 2 Luglio, in via definitiva da parte del Senato, nuove competenze penali relativamente all’introduzione del reato di clandestinità.

Queste norme porteranno al collasso gli oltre 800 uffici del Giudice di Pace già agonizzanti.

Da una prima stima il carico di lavoro che, automaticamente, ricadrà sul personale amministrativo, sarà raddoppiato.

Il personale di cancelleria, ridotto all’osso, è allo stremo delle proprie forze e, sicuramente, non reggerà a quest’ulteriore valanga che si abbatterà su di essa.

Dopo aver resistito, con grande sacrificio personale, all’impatto delle competenze penali, di cui la Legge 274/2000 e alle convalide dei decreti di espulsione, di cui alla Legge Bossi-Fini, ai tagli di organico di cui le precedenti finanziarie e al blocco del turnover, ecco che le nuove riforme porranno la parola fine al funzionamento degli uffici del Giudice di Pace.

Non sono bastati i segnali delle gravissime difficoltà che le giungevano da vari uffici dei Giudici di Pace (le ricordo quello recente degli uffici di Roma ), per indurre il Ministero a correre ai ripari?

Come pensa, vista la prossima entrata in vigore della legge in materia di sicurezza pubblica, che negli uffici del Giudice di Pace si possano organizzare turni di reperibilità del personale per assicurare le direttissime che la legge prevede?

Con quali mezzi tecnici si permetterà agli uffici di svolgere gli adempimenti previsti?

 

 

 

 

Un esempio per tutti:

- all’ufficio del Giudice di Pace di Salerno sono passati, invano, oltre quattro mesi nell’attesa dell’autorizzazione per l’acquisto di fax indispensabili per le comunicazioni necessarie.

E’ forse questa l’attenzione che, fin dal suo insediamento, lei ha più volte dichiarato nei confronti delle giuste rivendicazioni del personale finalizzate a migliorare le proprie condizioni di lavoro?

L’organico degli uffici del Giudice di Pace è, attualmente, pari a 0.50 unità di cancelleria per giudice, nonostante il fatto che tutti gli esperti ministeriali, abbiano più volte evidenziato, rimarcato e dichiarato che la proporzione ideale, per un buon funzionamento della giustizia, debba essere 4 unità di personale per giudice.

Forse La Sua risposta è in linea con quella emersa nel “Question Time” dell’8 Luglio alla Camera dei Deputati dove, il Ministro per i rapporti col Parlamento, on.Vito, in risposta al deputato della Lega Molteni, ha testualmente detto:

“negli Uffici del Giudice di Pace ci sono ben 486 unità di personale distaccate dai Comuni e, per tanto, gli Uffici dei Giudici di Pace sono ben strutturati per reggere l’impatto delle nuove riforme”.

Se la situazione non fosse drammatica, l’affermazione del Ministro Vito sarebbe senz’altro risibile... forse si vuole risolvere il problema della mancanza di personale con la “transumanza” dei cancellieri?

Lei, Ministro, conosce benissimo la situazione in cui versano molti uffici del Giudice di Pace nei quali sono presenti, prevalentemente, figure professionali di livello A1 e B1 i quali si improvvisano cancellieri per offrire un minimo di servizio ai cittadini, questo in palese violazione delle leggi e dei regolamenti vigenti.

In che modo pensa di porre rimedio a questa situazione?

Queste e tante altre domande attendono, invano, le sue risposte.

Pertanto è a Lei, Ministro della Giustizia, che chiediamo giustizia, di mettere fine alla decennale attesa con un provvedimento finalizzato alla riqualificazione di tutto il personale, una legge, in deroga alle vigenti, per lo sblocco delle assunzioni e il reperimento di risorse finanziarie necessarie per gli strumenti tecnici indispensabili al buon funzionamento del servizio “Giustizia”.