GIUSTIZIA: DISAGI NEI TRIBUNALI PER LO SCIOPERO DEGLI STRAORDINARI DELLA RdB/USB P.I. PARTITO IL 15 NOVEMBRE

Il 25 novembre sciopero nazionale in tutti gli uffici giudiziari

 

Roma -

Nonostante il boicottaggio del Ministero, che a tutt’oggi non ha ancora emanato alcuna informazione ai dirigenti degli uffici giudiziari per approntare i servizi minimi essenziali, è alta l’adesione al blocco degli straordinari proclamato dalla RdB/USB P.I. del settore Giustizia.

 

 

 

Forti disagi si stanno verificando al Tribunale di Roma, dove i cancellieri, che hanno aderito in massa allo sciopero, abbandonano le udienze alla fine del loro turno di lavoro ordinario. Solo il loro forte senso di responsabilità, e non l’indicazione del Ministero, consente il proseguimento dei dibattimenti in cui ci sono imputati in stato di detenzione.

 

 

 

L’iniziativa di lotta dei lavoratori giudiziari sta allargandosi a macchia d’olio su tutto il territorio nazionale. NON È QUESTA LA GIUSTIZIA CHE VOGLIAMO!, è la frase che compare sull’adesivo che in questi giorni RdB/USB P.I. sta distribuendo negli uffici e che verrà indossato durante il turno di lavoro per ricordare come i lavoratori della Giustizia siano i primi a volere un servizio efficiente, che garantisca un diritto costituzionale al Paese.

 

 

 

L'enorme carenza di personale, la difficoltà a reperire gli strumenti minimi di lavoro (computer, carta, penne, ecc.); un ambiente di lavoro molto spesso fatiscente ed insicuro; l’accordo siglato da pochi sindacati che non risolve, ma anzi aggrava, i problemi di mansionismo, rendono non più accettabile la condizione di lavoro negli uffici giudiziari. A questo si aggiunga lo sconcertante silenzio del Ministero, i tagli al bilancio di funzionamento, il blocco di tre anni del contratto.

 

 

 

Con queste premesse, ed in mancanza di alcun segnale da parte di un’amministrazione distratta, lo sciopero di due ore, proclamato da RdB/USB P.I. dalle 10.30 alle 12.30 del 25 novembre, darà al Ministero e al Paese un segnale forte che non potrà non essere preso in seria considerazione.