INCONTRO CON IL MINISTRO: I SOGNI LASCIAMOLI NEL CASSETTO

Roma -

L’esordio del nuovo Ministro della Giustizia lascia poco spazio alla fantasia, infatti nell’incontro tenutosi il 27 dicembre nel suo breve intervento ha dichiarato: “parliamo di priorità, il resto sono sogni lasciamoli nel cassetto”.

Ministro per la USB come le abbiamo segnalato è prioritario: arrestare “il lento ed inesorabile dissolvimento della Giustizia”, fermare lo smantellamento del servizio per ridare dignità ai lavoratori della giustizia, recuperare il ruolo centrale degli stessi, garantire il giusto salario, ed il diritto alla carriera negato da oltre 40 anni, risolvere la confusione delle mansioni ingenerata dal nuovo Contratto Integrativo.

Caro Ministro se per lei questi sono sogni ce li lasci, visto che ai lavoratori della Giustizia non resta più neanche il cassetto.

La USB sin dall’insediamento del governo tecnico non si era fatta illusioni, era chiaro che la musica non sarebbe cambiata, nonostante l’avvicendamento dei suonatori.

I tecnici non si sono inventati nulla di nuovo, infatti in perfetta continuità con il precedente governo, persistono nell’infierire sulle classi più deboli e ad attaccare senza sosta il Pubblico Impiego con la complicità dei soliti sindacati collaborazionisti.

I contratti Pubblici saranno fermi fino al 2017 e con essi il salario dei dipendenti, la Pensione è sempre più un miraggio, le pensioni di anzianità sparite in un sol colpo e quel che è peggio il calcolo dell’importo pensionistico sarà fatto sullo stipendio di 10 anni prima, con buona pace dei diritti acquisiti.

Insomma il governo dei tecnici, con una forte accelerazione, sta procedendo sulla strada delle privatizzazioni, dello smantellamento dei servizi sociali, della precarizzazione del lavoro e della vita, scippando diritti, impoverendoci e accollandoci completamente il debito pubblico che non abbiamo prodotto.

Cosa è cambiato quindi per noi con il governo “dei sobri”? Nulla, anzi la situazione è peggiorata perché costoro stanno comunque dalla parte delle banche, delle finanziarie, delle imprese, dei ricchi e dei potenti, realtà dalle quali provengono molti di loro.

Tentano poi di pacificarci con gli scoop mediatici tipo Cortina e Portofino, peccato che il recupero dell’evasione fiscale, posto che ci sia realmente, finirà per ripagare l’immenso pozzo del debito pubblico e non nelle tasche dei cittadini più deboli che hanno già pagato e continuano a pagare.

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