interpello assistenti giudiziari, la USB scrive all'amministrazione @usbgiustizia
La USB P.I. - Giustizia stigmatizza, ancora una volta, la politica attuata da codesto Ministero in materia di gestione del personale.
La scrivente O.S. nelle recenti assemblee tenute sul territorio nazionale ha registrato la rabbia ed il senso di frustrazione che pervade il personale giudiziario.
Dopo tante promesse e pochissimi fatti, l’apoteosi è raggiunta con l’ennesima beffa sulla prossima assunzione degli 800 assistenti giudiziari che - “in deroga alle clausole dei contratti o accordi collettivi nazionali”, ai sensi della l. 12 agosto 2016 n.161 - occuperanno sedi a cui legittimamente aspiravano gli assistenti giudiziari già in servizio da anni.
L'Amministrazione, che dimostra essere la peggiore delle matrigne, sembra non ricordare che solo grazie agli innumerevoli sacrifici dei dipendenti in servizio la barca non è affondata.
Il Ministro non perde occasione per rimarcare, vantandosene, di aver sbloccato le assunzioni ferme da quasi un ventennio e di aver avviato la riqualificazione del personale giudiziario, così migliorando la qualità dei servizi.
Peccato che i fatti dicano altro, la cronaca degli uffici giudiziari parla di servizi ai livelli minimi di funzionalità; di personale proveniente dalla mobilità mandati allo sbaraglio ed in difficoltà per la totale assenza, a tutt'oggi, di formazione; di personale di ruolo stanco, arrabbiato e demotivato.
Questo modo di procedere, frettoloso e pressappochista, viene percepito dai dipendenti giudiziari, a giusta ragione, come il volano per soddisfare esigenze dell'amministrazione completamente avulse da reali necessità di funzionamento della macchina giudiziaria.
Il personale dipendente piuttosto che essere considerato un costo, dovrebbe essere utilizzato come una risorsa preziosa proprio perché è il “Know how” di cui dispone un'amministrazione la quale necessita, ancorché dotata di moderne tecnologie, di persone competenti per svolgere un insieme complesso di attività e per garantire un servizio dignitoso alla collettività.
E' impensabile conformare il principio di buon andamento della pubblica amministrazione ai criteri di efficacia ed efficienza senza contemperare i vari interessi, compreso il reclutamento di nuovo personale con la valorizzazione di quello in servizio.
La politica sinora messa in atto da codesto Ministero ha gravemente tradito le aspettative dei lavoratori ma, quel che è peggio, ne ha calpestato la dignità.
In sostanza i bisogni del personale in servizio vengono puntualmente
sacrificati alle superiori esigenze dell'Amministrazione la quale, con una certa dose di cinismo e con una legge ad hoc come già fatto per la mobilità interna, impedisce ai lavoratori della giustizia qualsiasi tipo di mobilità verso l'esterno sino al 2019.
I lavoratori in questo modo sono, di fatto, ostaggio dell'amministrazione la quale continua a scegliere la strada più semplice per risolvere e aggirare i problemi sacrificando così il benessere dei lavoratori.
La USB, alla luce di quanto rappresentato, chiede che il Ministero provveda con estrema urgenza, all’interpello per gli assistenti giudiziari in servizio riservandosi, in assenza di riscontro, ogni ulteriore azione sindacale adendo, se del caso, le vie legali.
In attesa di un sollecito riscontro si porgono cordiali saluti.