La USB scrive al ministro Cancellieri sulla grave situazione in cui versa il Tribunale di Roma.

In allegato la lettera inviata al Ministro Cancellieri e alla dirigenza del Tribunale di Roma.

Ministro,

la USB P.I. da anni puntualmente rappresenta le gravi difficoltà in cui sono costretti ad operare le lavoratrici ed i lavoratori del Tribunale di Roma, definito da più parti il più grande ufficio giudiziario d’Europa.

Purtroppo, e nonostante il grido di dolore lanciato anche dagli stessi vertici del Tribunale, la situazione va sempre più degenerando perché nessuno dei suoi predecessori è mai intervenuto a tamponare lo stato di estrema emergenza in cui versa l’Ufficio. Meno che mai i vertici del Dipartimento, è paradossale che si prosegua imperterriti, senza soluzione di continuità, a sottrarre personale dal Tribunale di Roma per distaccarlo o comandarlo in altre sedi.

Come Lei sa il Ministero della Giustizia è stato interessato, nel corso degli ultimi 20 anni, da profonde e numerose riforme il cui unico risultato è stato l’aumento dei carichi di lavoro a fronte di un consistente depauperamento del personale per effetto dei tagli alle piante organiche, del blocco del turn-over, dei pensionamenti.

E’ di questi giorni una lettera ufficiale del Ministero, datata 10 maggio 2013, dalla quale si evince che tra il 31 dicembre 2011 e il 31 dicembre 2012 le presenze di personale si sono ridotte di ben 1402 unità.

Al Tribunale di Roma non è toccata migliore sorte, infatti su una pianta organica di 1182 unità, già ampiamente ridotta rispetto al passato, ci sono in servizio 966 dipendenti di cui presenti 864, in quanto ben 102 persone risultano distaccate presso il Ministero della Giustizia e altri Uffici di Roma, oppure comandati in differenti Amministrazioni.

Questa O.S. non più tardi del 27 novembre 2012 aveva segnalato il problema al Ministro Severino, sottolineando che gli uffici periferici sono al collasso ed in particolare modo il Tribunale di Roma e che la pratica del distacco e del comando non contribuiscono al buon andamento del servizio,anzi. Questa prassi appartiene a logiche che negli ultimi tempi i cittadini italiani non sopportano più, meno che mai i dipendenti della Giustizia che son costretti, loro malgrado, a pagarne le conseguenze.

 

Quanto questo sia reale basti vedere l’esito nefasto del recente interpello, frutto di un accordo scellerato sulla mobilità scaturito dalla soppressione degli Uffici giudiziari, il cui risultato è stato quello che su ben 23 persone presenti nella sezione distaccata di Ostia soltanto 2 hanno optato per il Tribunale di Roma. Peccato che per legge le stesse sarebbero dovute transitare tutte presso l’ufficio accorpante il quale, si troverà a gestire i carichi di lavoro di quella sezione distaccata senza il relativo personale collocatosi utilmente in altre sedi.

Come Lei ben può immaginare il perdurare di questa condizione non è più tollerabile anche in considerazione del fatto che l’Amministrazione Centrale ben sapendo la situazione continua a sottrarre personale mentre poi si chiedono ai dipendenti, in nome e per conto di esigenze superiori di servizio, prestazioni di lavoro oltre il limite della tolleranza umana. Il paradosso è che le ore di straordinario richieste, così come le indennità spettanti, vengono pagate con mesi se non addirittura anni di ritardo.

La misura è colma, pertanto, la USB P.I., stante il perdurare della situazione, non esiterà a mettere in campo tutte le iniziative necessarie a salvaguardare l’integrità psicofisica del personale sottoposto a grave stato di stress.

Ministro è urgente un confronto su queste e tante altre tematiche che affliggono gli uffici giudiziari e per esse chi vi opera, pena il collasso dell’intero servizio che si rifletterebbe inevitabilmente sui cittadini.

La USB P.I. – Giustizia resta in attesa di un sollecito riscontro e porge cordiali saluti.