L'amministrazione ed il sindacato riformatore?!...
Viviamo in un’epoca strana dove chi dovrebbe tutelare i diritti dei lavoratori ha cambiato mestiere senza però cambiare la propria veste. Queste persone si ostinano a definirsi sindacalisti ma agevolano in tutto e per tutto l’Amministrazione e i suoi interessi.
Gira in questi giorni una nota, che se non fosse scritta su carta intestata di un sindacato, firmatario del contratto integrativo, potrebbe essere stata emanata dalla stessa Amministrazione. In questa nota si suggerisce al Dirigente come utilizzare o meglio sfruttare il personale. Ignoriamo se detti suggerimenti siano frutto di chi ha materialmente redatto la lettera o di chi sta più in alto. In ogni caso il nostro giudizio non può che essere: massimo sdegno nei confronti dell’uno e/o dell’altro.
E’ gravissimo che vengano riesumate vecchie circolari di dubbia interpretazione, le quali dovrebbero cadere nel dimenticatoio visto il nuovo ordinamento professionale e le modifiche apportate al quadro normativo. Tutto ciò è la conferma, semmai ne avessimo avuto bisogno, che nulla è cambiato, altro che riconoscimento della valorizzazione delle professionalità.
E’ sconcertante che chi dovrebbe esercitare un’attività di tutela dei diritti suggerisca all’Amministrazione l’utilizzo di alcune professionalità per espletare mansioni (tipo il deposito atti, conformità delle copie) che non rientrano nei nuovi profili e per le quali non si è pagati, peggio ancora se si prevede lo sfruttamento dei cassaintegrati.
Sempre la stessa musica maggiore flessibilità a costo zero come dire: “nuovo contratto vecchi problemi”.
Questa politica sindacale a difesa delle ragioni del datore di lavoro è sempre più palese, ma non è una novità. Le OO.SS. concertative avevano, prima, almeno un po’ di pudore; ora non salvano più neanche l’apparenza né temono le reazioni dei lavoratori. Le azioni di protesta non sono sufficienti a farli riflettere sul disagio espresso da chi la crisi la vive sulla propria pelle subendola. La loro arroganza si spinge al punto tale che lavorano per restringere ogni spazio democratico e di dissenso, certi come sono di aver raggiunto una posizione di rendita.
Dalla concertazione alla “s-concertazione”, ci scusiamo per il neologismo ma serve a chiarire quanto siano degradati certi ambienti sindacali, a danno ovviamente dei lavoratori, che invitiamo a non lasciarsi sopraffare dallo sconforto, anzi a reagire per delegittimare, sempre che tale si possa definire, questo modalità di fare sindacato.
La RdB P.I. USB è fedele al principio della tutela dei lavoratori e dei loro diritti, lo testimoniano le lotte e l’impegno profuso in questi anni. Ai disastri degli ultimi anni, impossibili da elencare tutti, dalle pensioni alle trattenute sulla malattia, dal blocco dei salari alle mortificazioni delle carriere, dalla perdita dei diritti alla privazione della dignità, dallo smantellamento della Pubblica Amministrazione alla privatizzazione dei servizi sociali, i lavoratori devono opporsi resistendo e