Ore 13,05 del 24 aprile 2017: siamo ancora in attesa della proposta di accordo che il ministero avrebbe dovuto inviare quanto prima. @usbgiustizia @usbsindacato #riqualificazione
A poche ore dall’incontro e con un giorno festivo a cavallo ancora non è giunta la “proposta di accordo” così genericamente indicata nella convocazione fatta pervenire dal gabinetto del ministro il giorno 21 aprile 2017.
È chiaro che, pur non essendoci un argomento specifico all’ordine del giorno, si parlerà di revisione dei profili professionali e della c.d. riqualificazione del personale giudiziario.
La USB, però, ritiene gravissimo che argomenti così importanti per i lavoratori possano essere esaminati e discussi in tempi così ristretti.
Nella convocazione addirittura si parla di sottoscrizione della proposta di accordo. Quindi quella che perverrà non sarà una bozza, evidentemente qualcuno già conosce e ha concordato il contenuto dell’accordo.
Questa tesi è suffragata dal tenore della convocazione: “facendo seguito ai pregressi incontri”.
Sicuramente ci saranno stati incontri ravvicinati del terzo tipo con altre sigle sindacali; grazie a chi sottoscriverà quell’accordo sapremo chi ha frequentato le segrete stanze del ministero e quale futuro avranno riservato a migliaia di lavoratori della giustizia.
Lavoratori ancora fiduciosi che il tutto si concluda per il meglio. Eppure negli ultimi anni sono stati traditi nelle aspettative proprio da quelle stesse sigle sindacali che vantano di avere la maggioranza nel ministero della giustizia. Maggioranza che nasce dai voti RSU e dalle tessere sindacali a qualsiasi titolo ad essi rilasciati.
Togliere potere a costoro è possibile basta che i lavoratori lo vogliano.
Dal canto suo l’amministrazione ha scelto con chi dialogare e con chi sottoscrivere accordi nelle segrete stanze determinando così, di fatto, l‘Apartheid sindacale.
La USB P.I. – Giustizia non può che biasimare tale atteggiamento, soprattutto nei confronti di coloro che svendono i diritti dei lavoratori.
Per la USB il giorno 26 aprile 2017 la parola d’ordine sarà sempre la stessa: riqualificazione giuridica ed economica dal primo all’ultimo lavoratore della giustizia, nessuno escluso.
Quanto alla proposta di accordo, qualunque essa sia, la USB chiederà un referendum perché l’ultima parola spetta ai lavoratori.