Progressioni economiche: Firmato l'accordo, il 28 per cento del personale percepirà tutti i soldi del FUA @usbgiustizia
Note a verbale per riunione 13 settembre 2017
La USB P.I. – Giustizia stigmatizza, preliminarmente, il comportamento dell’amministrazione che continua imperterrita sulla strada dell’apartheid sindacale. Infatti questa sigla sindacale non è stata convocata per l’incontro del 28 agosto 2017.
Segnale questo inequivocabile che gli “interlocutori” - “suggeritori” sindacali sono scelti da questa amministrazione non in base alla rappresentatività ma, in base all’acquiescenza con la stessa. Cosa inaccettabile in uno stato di diritto.
La USB P.I. – Giustizia dichiara la propria indisponibilità a sottoscrivere l’odierno accordo in coerenza con quanto da anni ribadisce in tutte le sedi opportune: “Passaggio giuridico ed economico per tutti i lavoratori della giustizia”.
Dopo anni ed anni di immobilismo i lavoratori della giustizia si aspettavano ma, soprattutto, meritavano molto di più di quanto messo sul piatto della bilancia oggi.
Questo ennesimo accordo a perdere scritto con l’amministrazione e, sicuramente sarà sottoscritto dai sindacati complici, concorrerà ad alimentare la guerra tra poveri già scatenata dall’applicazione del 21 quater.
In un contesto in cui ci sono contratti bloccati da anni, tiro incrociato sui pubblici dipendenti, provvedimenti penalizzanti sulla 104/92, diritti scippati, l’amministrazione doveva e poteva fare di più.
Tra l’altro questo accordo ricadrà economicamente sulle spalle di tutti i lavoratori, soprattutto di quelli che rimarranno al palo, in quanto i fondi per finanziare le progressioni economiche saranno prelevati dal FUA, il quale risulterà quasi prosciugato per la produttività a seguito dei passaggi.
Questa amministrazione in tutti questi anni poteva e doveva, per amore di giustizia, osare di più come più volte richiesto da questa Organizzazione: disporre un provvedimento legislativo che comprendesse una sanatoria per tutti i profili professionali riguardante la progressione giuridica ed economica di tutti i lavoratori ancorché scaglionata nel tempo.
In sostanza, invece, con questo ennesimo accordo a perdere oltre i due terzi dei lavoratori subiranno oltre al danno la beffa.
Quanto poi agli impegni assunti da questa amministrazione con l’accordo del 26 aprile 2017 al momento non si vede luce.
Dell’estensione del 21 quater alle altre figure apicali non vi è traccia, benché la USB sin dall’inizio non ha condiviso l’impianto proprio perché non comprendeva tutti.
Di svuotare la prima area, ormai anacronistica, così come da tempo questa O.S. chiede prevedendo un passaggio generalizzato di tutti gli ausiliari nella seconda area, l’amministrazione neanche ne parla.
Fatte queste premesse per la USB sarebbe superfluo entrare nel merito della bozza dell’accordo ma non ci si può esimere dal sottolineare alcune grosse incongruenze rilevate.
La prima è lapalissiana e profondamente ingiusta nei confronti di tutti quei lavoratori che con oltre 30-40 anni di anzianità non riusciranno a beneficiare di una progressione economica per la limitatezza dei posti.
Di contro pur non esistendo in alcuni profili professionali per i lavoratori della giustizia, anche con 40 anni di servizio, livelli economici che vanno oltre F3 o F4 occorre notare che sono previsti passaggi ad F6 ed F7 che farebbero presupporre che trattasi di lavoratori provenienti dalla mobilità o da altre amministrazioni.
In sostanza questi lavoratori con poco più di due anni di anzianità nel profilo e, nonostante a parità di mansioni siano già stati inquadrati in livelli economici superiori, beneficeranno di un passaggio economico.
Lungi da voler alimentare guerra tra poveri non ci si può esimere dal rimarcare che si continua a perpetrare discriminazione su discriminazione consumando, così, l’ennesima beffa a danno del personale giudiziario.
Avere operato questa scelta dimostra da parte dell’amministrazione, la quale accetta incondizionatamente quanto proposto dai sindacati collaborazionisti, poca attenzione nei confronti delle problematiche e delle aspettative dei lavoratori della giustizia. Sulla stessa lunghezza d’onda si muovono i sindacati che firmano.
Altra incongruenza è il minore peso e la poca attenzione riservata all’anzianità di servizio rispetto ai punteggi attribuiti ai titoli di studio, in questo modo si è sacrificata la professionalità acquisita dai lavoratori della giustizia nel corso degli anni.
Altra incongruenza è l’impossibilità di partecipare alle progressioni economiche da parte dei cancellieri ed ufficiali giudiziari vincitori del concorso di cui al 21 quater.
Eppure tutti sanno che questa progressione giuridica non porterà, ai più, benefici economici essendo gli attuali salari superiori al livello F1 della terza area.
A questo punto la domanda sorge spontanea: c’è forse, dietro a tutto questo, una precisa volontà?; per poi poter dire - ci ho provato siete voi lavoratori che vi fate la guerra? -.
Questi e altri i motivi che inducono la USB a non rendersi complice dell’ennesimo schiaffo ai lavoratori della giustizia, pertanto si ribadisce la volontà di non sottoscrivere l’odierno accordo.