TRIBUNALE DI ROMA, PRESIDIO ASSEMBLEA Mercoledi 25 Maggio, Via Lepanto, ore 10. COMUNICATO STAMPA
L’ Unione Sindacale di Base, alla luce di quanto emerso nel corso dell’Assemblea dei dipendenti del Tribunale di Roma del 9 maggio scorso, e considerato vano il tentativo di conciliazione esperito con la dirigenza, indice per domani, 25 maggio, presidio e assemblea dei lavoratori davanti al Tribunale Civile, via Lepanto 4 dalle ore 10.30, nel corso del quale si fisserà la data dello sciopero di 3 ore.
L’USB avanzerà la seguente piattaforma rivendicativa: immediato potenziamento della pianta organica ed il rientro di tutti i comandati ad altre amministrazioni; riorganizzazione del lavoro e degli uffici alla luce della ridotta pianta organica; riduzione immediata dell’orario di apertura al pubblico commisurata alle effettive presenze; un presidio adeguato delle forze dell’ordine per il controllo delle Cancellerie, a tutela dell’incolumità del personale addetto; riduzione delle udienze settimanali commisurate all’effettiva consistenza del personale addetto; ritiro immediato del protocollo concordato recentemente con la Camera Penale in materia di accesso ai dati giudiziari in quanto contrario alle norme vigenti espone i lavoratori a provvedimenti penali e disciplinari; preventiva formazione professionale, non limitata al semplice affiancamento, per ogni attività che verrà introdotta nelle Cancellerie o per cambio di mansioni; stesura di un documento sulla valutazione dei rischi dei lavoratori del Tribunale che abbia riguardo alle patologie correlate allo stress da lavoro; una più sensibile considerazione della Dirigenza sulle esigenze personali e familiari dei dipendenti.
L’USB evidenzia che le scelte scellerate operate dal Governo in materia di Pubblico Impiego non possono essere pagate dai soggetti più deboli quali i lavoratori ed i cittadini, e proseguirà nelle iniziative di lotta a difesa della dignità e dei diritti dei lavoratori del Tribunale di Roma sino a che la dirigenza non metterà in campo misure adeguate a rimuovere quanto lamentato e rivendicato.