UN CONTRATTO INTEGRATIVO CONTRO I LAVORATORI LO PROPONE IL MINISTERO LO VOGLIONO APPROVARE CISL E SAG

La proposta di contratto integrativo presentata dall’Amministrazione, il 23 novembre 2009, ai sindacati rappresenta l’ulteriore tentativo di affossare la Giustizia in questo Paese colpendo anche i lavoratori che erogano questo essenziale servizio pubblico.

L’amministrazione, nella sua proposta, ha riesumato antiche figure professionali, parcellizzando e dequalificando funzioni e mansioni, in un contesto che vede il personale ridotto dalle oltre 52.000 unità del passato alle attuali presenti 40.750 con la previsione per i prossimi tre anni di una ulteriore riduzione di circa 5.000 dipendenti per effetto delle cessazioni per pensionamenti ed altro.

Progressioni di carriera impossibili, solo avanzamenti economici: è questa la riqualificazione che oggi il Ministero vuole offrire ai suoi dipendenti dopo 10 anni di attesa (mentre i colleghi degli altri dipartimenti e quelli del Pubblico Impiego sono già alla seconda, terza o anche più riqualificazione).

Si vuole risolvere la carenza di personale necessario a garantire l’assistenza al magistrato in udienza spostando i “vecchi” B2 a dare manforte ai B3 che nel frattempo perdono la qualifica di Cancelliere assumendo quella di Assistenti Giudiziari.

Per non parlare poi di tutti gli altri ex profili professionali che vengono sfruttati in mansioni superiori attraverso una selvaggia flessibilizzazione e piegati alle esigenze di tappare i buchi degli organici. Insomma un a batosta per tutti.

E questa è solo la parte relativa all’ordinamento professionale; non vogliamo neanche immaginare quale proposta riusciranno a partorire per inserire la meritocrazia prevista dal Decreto Brunetta!

Se questo è il mestiere del lupo: Il ministero difende i propri interessi a discapito di quelli dei suoi dipendenti.

Quale è invece il mestiere di Cisl e UNSA SAG? Perché hanno accettato senza battere ciglio le proposte dell’Amministrazione? Quali interessi realmente difendono?

Non certo quelle dei lavoratori! Ma allora perché si ostinano a chiamarsi ancora “Sindacato”?

È giunto il momento di cominciare a fare chiarezza, di capire se queste associazioni che da anni firmano contratti a perdere, accordi che riducono le garanzie e i diritti dei lavoratori e danno il loro assenso a tutte le modifiche in peggio delle leggi che regolano il rapporto di lavoro, siano ancora degno di ricevere la fiducia dei lavoratori attraverso il rilascio in loro favore delle deleghe sindacali e dei voti in occasione delle elezioni RSU.

Riteniamo che non possano più essere legittimate dal consenso dei lavoratori, nè debbano più parlare in nome e per conto dei lavoratori.

INVITIAMO TUTTI I LAVORATORI DELLA GIUSTIZIA ISCRITTI A QUESTI SINDACATI A CHIEDERE CONTO DI QUELLO CHE STANNO FACENDO E SE DEL CASO, A STRAPPARE LE LORO TESSERE SINDACALI E NON VOTARLI ALLE PROSSIME ELEZIONI RSU.