BRUNETTA CI OFFENDE

Il Ministro Brunetta dichiara che dopo le ore 14.00 negli uffici giudiziari non c’è più nessuno: sapevamo di essere un popolo di invisibili, ma non fino a questo punto, commenta ironicamente Giovanni Martullo, del Coordinamento nazionale RdB Giustizia.

Questa affermazione, oltre ad essere una clamorosa bugia, è pretestuosa. Troviamo immorale che nel perseguire il progetto di privatizzazione della Pubblica Amministrazione e di smantellamento dei servizi sociali si strumentalizzi l’opinione pubblica attraverso queste campagne denigratorie e diffamatorie dei pubblici dipendenti e nella fattispecie dei lavoratori giudiziari.

Precisa Martullo: 'Il Ministro è stato più volte da noi invitato a constatare di persona le condizioni in cui è costretto ad operare il personale giudiziario. Naturalmente si é guardato bene dal farlo, perché avrebbe dovuto ammettere il fallimento della sua politica. Il Ministro sa, ma finge di non sapere, che con la legge 133/08, la quale porta il suo nome, sono stati tagliati fondi alla Giustizia nel triennio 2009-2011 per ulteriori 935.000.000 di euro. E avendo egli fatto espresso riferimento al Tribunale di Roma, il più grande d’Europa, gli comunichiamo che i già miseri fondi per il lavoro straordinario sono stati ulteriormente ridotti per il 2009 a complessive 1.900 ore anche grazie alla sua legge.

I tagli al personale degli ultimi anni, insieme alla Legge 133 che ha disposto un’ulteriore decurtazione di altre 3256 unità, fanno sì che quei fondi riescano a garantire le sole udienze penali, che purtroppo si protraggono fino a tarda sera, coprendo a malapena il primo trimestre del 2009 Aggiunge il rappresentante RdB. Quanto poi alla matematica, i conti ci dicono che 1.900 ore diviso 1.100 unità, pari al personale in servizio nel Tribunale di Roma, ci danno il risultato che ogni dipendente potrebbe al massimo prestare circa ora e mezzo di lavoro straordinario retribuito all’anno. Peccato che moltissimi lavoratori sono a credito di centinaia di ore, le quali probabilmente non saranno mai pagate oppure, nella migliore delle ipotesi, verranno percepite con 12-18 mesi di ritardo. Di fronte alle baggianate del Ministro scenderemo in piazza e manifesteremo il nostro sdegno il 23 ottobre, per lo sciopero generale nazionale indetto dal patto di Base, conclude Martullo.