MA QUALI FANNULLONI!! Lettera aperta a La Repubblica per gli articoli sui lavoratori della Cassazione

Roma -

Egregio Direttore,

 

gli articoli pubblicati a pagina 9 del Suo quotidiano di lunedì 12 maggio, l’uno a firma di Luisa Grion, l’altro di Giulia Santerini, unitamente al servizio di Repubblica tv “Esco, timbro e me ne vado”, ci spingono constatare con amarezza come, anche per il giornale da Lei diretto, i lavoratori della Pubblica Amministrazione sembrano essere divenuti obiettivo privilegiato di denigrazione, con particolare accanimento nei confronti dei lavoratori giudiziari.

 

Le RdB-CUB P.I., da molti anni l’organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa tra i dipendenti giudiziari romani, e pertanto profonda conoscitrice degli uffici capitolini e delle condizioni di lavoro del relativo personale amministrativo, ritengono che per correttezza e completezza di informazione sarebbe stato opportuno rendere noto quanto segue:

1) Le scandalose circostanze che concorrono a determinare il malfunzionamento della Giustizia:

  • La progressiva riduzione delle dotazioni organiche: dal 1995 ad oggi per il blocco delle assunzioni e del turn over, la consistenza del  personale giudiziario è passata da 52.585 a meno di 40.000 unità lavorative);
  • Il dimezzamento delle risorse, dal 2004 ad oggi, per finanziare la formazione del personale, l’acquisto di materiale di cancelleria, la registrazione e la trascrizione degli atti processuali, la gestione ed il funzionamento dei sistemi informativi.

Ciononostante, già a partire dagli anni novanta, è stata affrontata un’imponente opera di riforme processuali ed ordinamentali, iniziate con la riforma del processo penale, proseguite con la novella del processo civile, passate per l’istituzione del Giudice di Pace, per il Giudice Unico, per i Tribunali Metropolitani, ed ancora a seguire la legge Simeone, la riforma dell’Ordinamento Penitenziario, la legge Pinto, la legge sull’Indulto del 2006, e potremmo ancora continuare.

A fronte di un’opera di così gigantesche trasformazioni non vi è mai stata la preoccupazione di formare il personale e tantomeno si è provveduto a valutare l’impatto amministrativo delle riforme. Il caos più totale del sistema è stato evitato solo grazie alla buona volontà dei tanti lavoratori che in perfetta solitudine hanno studiato le normative ed inventato le procedure, in assenza di disposizioni ministeriali tempestive e coerenti.

 

2) Le assenze dei “fannulloni” si riferiscono a diritti costituzionalmente garantiti:

  • ferie (pari a 32 gg. annui);
  • permessi retribuiti (matrimonio 15 gg., lutti 3 gg., gravi motivi di salute o di famiglia 3 gg.);
  • astensione obbligatoria per gravidanza (cinque mesi);
  • assistenza,in via continuativa ed esclusiva, a familiari portatori di handicap (3 gg.);
  • malattia dei figli di età inferiore ai tre anni;
  • riposi compensativi in luogo dello straordinario, non retribuito per mancanza di fondi;
  • scioperi.

 

A questo punto ci sembra necessario che da parte de “La Repubblica” si prenda apertamente posizione sulla tutela di tali diritti dei lavoratori, oppure si chiarisca se la modernizzazione della Pubblica Amministrazione ne includa la cancellazione. E si chiarisca se ci si auspica una modernizzazione attuata attraverso una ulteriore drastica riduzione del personale, che vada di pari passo con la totale privatizzazione e messa sul mercato di funzioni e servizi attualmente assolti dal settore pubblico ed erogati gratuitamente ai cittadini. Perché dopo aver tanto messo in evidenza l’assenteismo e l’inefficienza nella P.A., consegue “naturalmente” che di tutti questi fannulloni ci si dovrà liberare, sostituendoli con un privato salvifico, pronto far pagare (possibilmente a caro prezzo) servizi la cui qualità sarà tutta da verificare: l’esperienza delle privatizzazioni di Poste, Ferrovie, Telefoni ci ha insegnato qualcosa. E magari si comincerà l’opera proprio con la privatizzare delle Cancellerie, come recentemente proposto dal Ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta.

 Cordiali saluti

                                                        p/Esecutivo Nazionale Giustizia RdB-CUB P.I.

                                                                Giovanni Martullo e Pina Todisco