BLOCCO del FUA: COLPIRE I LAVORATORI PER AFFOSSARE IL SERVIZIO PUBBLICO

Roma -

Dal Ministero della Funzione Pubblica, d’intesa con il Ministero del Tesoro, è stata recapitata al Ministero della Giustizia una nota che boccia l’accordo per la ripartizione del FUA 2008 e ne blocca il pagamento, in quanto non in linea con le direttive impartite dal Ministro Brunetta su “meritocrazia e raggiungimento degli obiettivi”.

Dopo i tagli del 10% imposti dallo stesso Brunetta con la L. 133, siamo ora arrivati a bloccare le retribuzioni dei dipendenti della Giustizia!

Questo atto concreto del Governo avrà pesantissime ripercussioni sul portafoglio dei lavoratori che già dal prossimo luglio si vedranno negata quella che veniva da tutti considerata la “14^ mensilità”. L’assegno che percepivamo ogni anno almeno garantiva una equa elargizione del salario accessorio, mitigando la grave perdita del potere di acquisto degli ultimi anni del nostro stipendio e compensandoci in parte della mancata riqualificazione.

Si vogliono consegnare i circa 94 milioni di euro del F.U.A. 2008 nelle mani dei dirigenti, che, in sede decentrata (nei singoli posti di lavoro), potranno “premiare” con massima discrezionalità i dipendenti “più meritevoli”.

La RdB P.I. da anni ribadisce che il Fondo Unico è frutto della sottrazione di salario ai dipendenti ed a questi deve ritornare, sottoforma di mensilità fissa e continuativa (come 14^ mensilità) e non può essere usato come arma di ricatto nei loro confronti.

Come si possono definire a marzo 2009 i criteri per la maggiore produttività del 2008? Perché non si vuol riconoscere l’impegno di tutti i dipendenti della Giustizia che, nonostante lavorino in condizione di forte carenza di personale, con carichi di lavoro in continuo aumento, in condizioni ambientali da terzo mondo e con mancanza degli strumenti minimi di lavoro, assicurano con sacrifici personali ed abnegazione un essenziale servizio ai cittadini? Perché si continua l’operazione di smantellamento di tutto ciò che è pubblico attaccando i soliti “fannulloni”?

E’ questo il momento di reagire e dire basta ad un Governo che ha scelto di far pagare la crisi ai lavoratori pubblici attaccandoli sul salario, ai cittadini tagliando sui servizi e sullo stato sociale e alle donne elevando l’età pensionabile.

I lavoratori della Giustizia non ci stanno e difenderanno il loro salario, i loro diritti e la loro dignità contro chiunque tenterà di calpestarla. Facciamo sentire la nostra voce in tutti gli uffici giudiziari del Paese.

La RdB P.I. ha aderito alla manifestazione nazionale a Roma indetta da tutto il sindacalismo di base per il 28 marzo 2009 ed invita tutti i lavoratori della Giustizia a partecipare per dare una prima e forte risposta alle politiche antipopolari di questo governo.