IL GOVERNO SVUOTA LE CARCERI AFFOSSANDO GLI UFFICI DI SORVEGLIANZA

Roma -

L’affollamento delle carceri italiane ha superato i normali livelli di guardia; a fronte di una capienza di circa 44.000 detenuti ne ritroviamo stipati circa 66.000.

 

Questa situazione disastrosa ha indotto il governo a presentare il Ddl sulle Carceri attualmente in discussione presso la Commissione Giustizia della Camera. Tra i vari emendamenti è stato inserito quello che potrebbe, tra l’altro, consentire a tutti i detenuti condannati con sentenza irrevocabile di scontare l’ultimo anno di pena in regime di detenzione domiciliare.

 

Dai primi sondaggi sembrerebbe che la norma interesserà più o meno un terzo dei detenuti, parliamo quindi di circa 22.000 persone.

 

La concessione del beneficio non sarà automatica bensì soggetta alla valutazione del magistrato di sorveglianza competente per territorio (di detenzione) con la logica conseguenza della paralisi totale dei relativi uffici.

 

Decine di migliaia di richieste di scarcerazione perverranno sulle scrivanie dei lavoratori, i quali dovranno protocollare, registrare, fascicolare, istruire e “preparare” gli atti per la definitiva decisione del magistrato di sorveglianza.

 

Siamo alle solite!! l’ennesimo provvedimento legislativo in materia di giustizia che porterà nuovo e copioso lavoro al personale delle cancellerie e sempre a costo zero.

 

Tutto ciò con una dotazione organica già falcidiata dal blocco delle assunzioni, del turn over e già numericamente inadeguata per fronteggiare le molteplici istanze che pervengono ai tribunali di sorveglianza: affidamento in prova al servizio sociale, detenzione domiciliare, semilibertà, liberazione anticipata, differimento dell’esecuzione della pena, permessi premio, riabilitazione, e quant’altro.

 

Non si può pretendere di più dal personale giudiziario: è di questi giorni la proclamazione dello stato di agitazione da parte del personale del Tribunale di Sorveglianza di Roma già duramente provato dalla scopertura di organico pari al 20% e dalla gestione in via esclusiva a livello nazionale di tutti i reclami presentati ai sensi dell’art. 41 bis dell’Ordinamento Penitenziario.

 

La RdB P.I. si era già posta da tempo il problema del sovraffollamento delle carceri al punto di proporre al Ministro, in un incontro specifico sul tema, di utilizzare le strutture demaniali quali le caserme dismesse dal Ministero della Difesa, per costituire “le case d’arresto”. Questo perché, come ha evidenziato uno studio condotto dalla stessa Amministrazione circa 1/3 degli arrestati, che pareggiano i 22.000 di cui sopra, transita nelle patrie galere 4-5 giorni per poi uscirne al momento della convalida dell’arresto.

 

La soluzione prospettata consentirebbe ai detenuti spazi più adeguati e il pieno rispetto della loro dignità e nel contempo renderebbe inutile la costruzione di nuove carceri che fanno più gola forse alla cricca, di cui tanto si parla in questi giorni sui giornali, piuttosto che rispondere alle reali esigenze del paese.

 

La RdB P.I. al fianco dei lavoratori e con il loro sostegno continuerà a contrastare ogni progetto di smantellamento del servizio pubblico e della Giustizia.