MESSINA: Alta Adesione Allo sciopero del 5 per le pessime condizioni di lavoro a palazzo Piacentini

Ieri eclatante manifestazione in piazza Maurolico, davanti Palazzo Piacentini, dei dipendenti del ministero della Giustizia aderenti alla Rdb-Cub, oltre una cinquantina, che hanno protestato contro la mancata riqualificazione, il blocco delle piante organiche e degli “interpelli”, il cosiddetto decreto Brunetta e soprattutto le pessime attuali condizioni di lavoro negli uffici giudiziari. Hanno scelto di manifestare anche contro l’inerzia dei dirigenti, amministrativi e non – si legge in una nota –, degli Uffici giudiziari, che malgrado le ripetute segnalazioni del sindacato non hanno messo in atto tutti gli strumenti necessari a salvaguardare la salute dei lavoratori e assicurare loro condizioni di lavoro ottimali.

L’annosa questione del nuovo Palagiustizia di fatto – scrivono i rappresentanti della Rdb-Cub –, ha costituito solo un pretesto per non adoperarsi fattivamente nell’opera di ristrutturazione del Palazzo.

Alla insalubrità e fatiscenza dei locali, che si aggrava giorno dopo giorno, si aggiungono situazioni di pericolo causate da copiose infiltrazioni di acqua dagli infissi nelle stanze, nei corridoi e lungo le pareti; infiltrazioni tali da avere causato ammaloramenti degli intonaci che col tempo sono caduti lasciando, a vista, strutture portanti con chiare manifestazioni corrosive; bagni non  agibili, pozzi neri che scoppiano alla prima pioggia.

Come se non bastasse i lavoratori sono costretti a lavorare in 4 o 5 in una stanza che dovrebbe accogliere non più di due persone, e che dire poi delle temperature degli uffici e dell’illuminazione?

A Palazzo Piacentini moltissime persone lavorano in un locale seminterrato che anni addietro era stato adibito ad archivio; in locali che dovrebbero avere un minimo di requisiti igienici a salvaguardia della salute dei lavoratori e che possono essere a ciò adibiti solo dopo appositi accorgimenti in materia di ventilazione, umidità, illuminazione.

La situazione, paradossalmente, se non fosse così grave, – continua la Rdb-Cub –, potrebbe costituire soggetto per la sceneggiatura di un film dal titolo “La 626 questa sconosciuta”.  Eppure, spesso, a Palazzo di giustizia si conducono indagini contro chi ha costretto altri lavoratori a condizioni simili.

Estratto dalla Gazzetta Del Sud di Sabato 6 dicembre