SCARCERAZIONI FACILI: IL CASO PADOVA

Padova -

Gli ispettori ministeriali mandati dal ministro uscente della Giustizia, Luigi Scottti,  dovranno appurare quali sono stati gli errori procedurali che hanno portato alla scarcerazione di Samid Abdelghani, il marocchino accusato di violenza sessuale su una ragazzina di 14 anni tornato in libertà a causa di un errore procedurale.

Con l'occasione i funzionari si occuperanno anche della scarcerazione dei 13 romeni della 'banda del tombino'.

In entrambi i casi il coordinamento era del pm padovano Roberto Lombardi.

L’accanimento dimostrato dalla stampa su tale episodio è frutto della ormai logora campagna mediatica contro il pubblico dipendente “fannullone”, ormai, additato da più parti come  unico e vero responsabile dei mali del nostro Paese.

I lavoratori della giustizia quali pubblici dipendenti sono stufi e arrabbiati, come al solito si sbatte il mostro in prima pagina senza che i giornali approfondiscano l’argomento e utilizzando l’episodio come scoop per fare notizia.

Ma si sa, in questo clima generale di “caccia alle streghe”,  individuare nell’ultima ruota del carro, il capro espiatorio,  è comodo e funzionale al progetto di smantellamento di tutto ciò che è pubblico.

Ci saremmo aspettati dal Ministro Scotti, quale profondo conoscitore delle problematiche che affliggono gli uffici giudiziari, un atto di coraggio a difesa di una categoria che non merita il linciaggio morale cui è sottoposta da tempo.

Ma nulla.

In allegato la lettera aperta al ministro.