APPELLO A TUTTE LE R.S.U. PER LA MOBILITAZIONE DEL PERSONALE GIUDIZIARIO

Roma -

Come è ormai noto e, per l’ennesima volta, è naufragata la speranza dei lavoratori della Giustizia  di essere ricollocati nel profilo professionale economico e giuridico superiore.  Tale cocente delusione si aggiunge alle tante altre accumulate nel corso degli ultimi 10 anni.

Anche questo Governo, al pari di quello precedente, non ha saputo (voluto?) dare risposte e soluzioni ai mali di cui soffre la Giustizia e a farne le spese ancora una volta sono i cittadini ed i lavoratori giudiziari.

Eppure dovrebbe essere chiaro a tutti che la Giustizia per funzionare ha bisogno:

  • di una seria politica di ammodernamento del sistema capace di fornire un servizio efficace ed efficiente al cittadino;
  • di dotazioni organiche calibrate sugli effettivi carichi di lavoro piuttosto che sulle compatibilità di spesa;
  • di lavoratori “motivati” cui sia riconosciuto il diritto alla carriera;
  • di apparecchiature, mezzi e strumenti idonei;
  • di luoghi e spazi adeguati;
  • di controlli più seri ed efficaci per quanto riguarda la sicurezza e la salute dei lavoratori e dei cittadini che frequentano gli uffici giudiziari;
  • di una revisione delle procedure che renda più snelli i processi;
  • di meno burocrazia;

La RdB P.I. già da tempo impegnata su questo fronte ha deciso di chiamare alla mobilitazione, su questi temi, lavoratori della Giustizia e cittadini con iniziative che:

l’11 marzo 2008 ore 9-12  vedranno coinvolte le sedi di Milano, Napoli e Palermo;

il 14 marzo 2008 ore 10-13 invece tutti a Roma a Piazza Venezia vicino la sede ONU.

Per la buona riuscita delle iniziative e per il conseguimento dei citati obiettivi  sarà determinante il coinvolgimento di tutti i colleghi RSU, indipendentemente dalle liste in cui sono stati eletti, perché possano concretamente dare voce a tutte le istanze che provengono dai lavoratori che li hanno votati. Ecco perché invitiamo tutte le R.S.U. a sensibilizzare il personale giudiziario alla mobilitazione, aderendo alle su indicate iniziative oppure promuovendo assemblee-dibattito sui posti di lavoro negli stessi giorni e nelle stesse ore.

Facciamo arrivare la nostra voce  forte e chiara a politici e futuri governanti: i lavoratori ed i cittadini non sono più disposti ad assistere inerti ed impotenti al lento dissolvimento del servizio Giustizia, pagandone le spese.

Chiunque ambisce a governare il paese dovrà dichiarare nel proprio programma, nero su bianco, come intende risolvere i mali della Giustizia ed i problemi che attanagliano i lavoratori.

Inviamo un segnale al prossimo esecutivo, quale esso sia, di forte unità e determinazione dei lavoratori. Spezziamo quel legame forte che, da anni, unisce i sindacati concertativi alla politica e che ci ha lasciato nell’ immobilismo più totale. Rivendichiamo l’indipendenza dei sindacati dai partiti politici affinché i primi possano agire nell’esclusivo interesse dei lavoratori.

Tradurre l’amarezza in reazione, reclamando i nostri diritti di lavoratori e cittadini, è cosa sana e giusta.